foto da Quotidiani locali
MONFALCONE. Buona la prima. Magari sul tifo, la prossima volta, bisogna applicarsi un po’ di più, ma il percorso tra curve tecniche e impegnative salite, compresa quella strozza-fiato di via Tonzar, subito ad avvio di corsa, è stato pienamente promosso dalla settantina di atleti che ha preso parte domenica al Giro d’Italia di handbike, omologo del tour rosa. In pagella: 8 pieno. Pure per la varietà di scenari su “pista” offerta da Monfalcone e a dispetto del pavé che a qualche atleta ha procurato grattacapi. È 10 e lode, invece, il voto sull’allestimento di questa seconda tappa del tour, edizione numero 14.
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Merito dell’associazionismo, che con 52 volontari sul campo ha dato il meglio di sé, nell’assolata giornata di sport inclusivo dove a tagliare il traguardo sull’epico riff di tastiera di The final countdown, alle 12.16 e dopo la bellezza di 11 giri – vale a dire 44 chilometri a una velocità media di 37 km/h – è stato l’impressionante atleta polacco Rafal Wilk per la categoria MH4, seguito dal friulano Federico Mestroni (MH3). Prima al traguardo, per la WH5, anche l’energica 52enne spilimberghese Katia Aere, campionessa paralimpica che, tra tutte le cicliste donne, ha degnamente giocato in casa. Gli altri primi classificati: Riccardo Cavallini (MH1), Sebastiano Nardin (MH2), Marco Gabrielli (MH3), Christian Giagnoni (MH4), Mirko De Cortes (MH5), Andrea Villa (MH0), Natalia Beliaeva (WH1), Roberta Amadeo (WH2), Francesca Fenocchio (WH3) e Kristina Madajova (WH4). La maglia rosa, offerta da Stellantis.
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Si fa sport sempre per gli stessi motivi: amore per l’attività fisica, la socialità, ma pure per superare i propri limiti e una sana inclinazione alla competizione. Che ieri, sullo start delle 11.08 in griglia, si affettava con il coltello alla linea di partenza, nonostante la grazia sparsa dalle quattro giovanissime miss handbike (Giulia, Sofia, Grazia e Sonia), testimonial dispensatrici di gadget in svettante tacco 12 di vernice total black.
Linea di partenza dove l’inesauribile assessore allo Sport Fabio Banello, autentico factotum che nel pomeriggio ha rischiato perfino l’osso del collo trasportando un tavolo sul palco, ha sventolato la bandiera a scacchi per sancire il via. Il vessillo è stato poi donato al Comune nel corso delle premiazioni all’Area verde.
Il percorso s’è srotolato su tutto il centro storico, ma la chiusura di un paio d’ore del traffico veicolare non ha sollevato disappunti, con l’eccezione isolata di due automobilisti che comunque si sono qualificati per il loro linguaggio: la pressoché totalità dei residenti ha infatti perfettamente compreso il valore della gara. Sicché Monfalcone a buon diritto può candidarsi anche per un altro tour, sebbene «già altre città siano in lizza per il 2025», ha precisato Banello.
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In servizio la Volante della Polizia di Stato e il primo dirigente Stefano Simonelli, presente alla partenza bisiaca, la manifestazione sportiva non ha evidenziato increspature, sotto il profilo della sicurezza. E particolarmente nello svolgimento della gara. Che poi s’è sviluppata nella sua parentesi più sociale al pomeriggio, una volta che agli atleti – l’ultimo ha tagliato il traguardo alle 12.28 – si sono ripresi dall’immensa fatica, per nulla agevolata dall’asfalto rovente. Nessun incidente anche per il medico di gara biellese Maria Francesca Mosca, affiancata da 10 addetti della Cri locale: «Solo qualche medicazione agli arti superiori, per un ribaltamento e un paio di contatti».
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Dopo le 14 la cerimonia all’Area verde, al termine del pasta party che ha visto in cambusa Luciano Marchesi e Ciro Bottone per l’impiattamento di 20 chili di pasta conditi da dolcetto e bibita. Direttamente da Marano, per concomitanti impegni elettorali, vi ha preso parte pure la sindaca Anna Cisint: «Abbiamo sentito il calore di questi atleti in città». Atleti con la “A” maiuscola, come li ha definiti Banello. Sul palco si sono alternati poi il consigliere regionale Antonio Calligaris, Giorgio Brandolin per il Coni, Andrea Volpe del Panathlon e per la Bcc Marco Ghinelli.
Riconoscimenti sono andati infine ai disegni più belli realizzati dai bambini della primaria Cuzzi, scortati dalla dirigente Francesca Zamar: 1° Rowda Moni Miah, 2° Matteo Bergamasco, 3ª Rafia Akter Arhoi. Menzioni speciali ad Alice Zacutti, Tommaso Banello, Vittoria e Aurora Morgesi.