foto da Quotidiani locali
FIUME Una sterzata per superare la crisi. Questo il significato della protesta inscenata nella tarda mattinata di ieri dai dipendenti della municipalizzata fiumana Autotrolej, l’azienda per i trasporti pubblici a Fiume e nel suo circondario, alle prese con un momentaccio senza precedenti nella storia di una impresa passata – in pochi anni – da 400 a 250 autisti.
Il risultato è che la direzione dell’Autotrolej ha ridotto il numero di corse, specie la domenica, scaricando sui fruitori del servizio le conseguenze di una gestione a dir poco fallimentare.
La manifestazione di protesta, organizzata dal Sindacato indipendente dei lavoratori della Croazia, si è svolta ai piedi di Palazzo comunale a Fiume, alla presenza di circa 200 persone che con slogan e cartelli hanno rivolto alla direzione un paio di richieste. La prima riguarda la maggiorazione salariale del 20%, laddove all’ultimo round di trattative ai lavoratori era stato proposto l’aumento di 9 punti. Il rifiuto è stato netto, punto e basta.
Alla direzione è stato poi chiesto di non assumere – per riempire il vuoto tra i conducenti – lavoratori stranieri. Infatti, nei mesi scorsi l’Autotrolej aveva annunciato di voler occupare una ventina di autisti stranieri, in primis indiani e nepalesi, ma finora non se n’è fatto nulla, anche se la municipalizzata non ha mollato del tutto l’idea. «Noi non intendiamo andare a vivere e lavorare in Germania, Irlanda e in altri Paesi dell’Europa occidentale – hanno dichiarato i manifestanti – resteremo in Croazia ma vogliamo soltanto avere paghe dignitose. Nonostante la cronica assenza di un adeguato numero di conducenti, siamo riusciti ad assicurare un servizio di qualià’, massacrandoci col lavoro straordinario. Siamo pagati all’ora 4 euro e 24 centesimi lordi. È una vergogna».
All’iniziativa di dissenso hanno voluto aderire semplici cittadini, pensionati dell’Autotrolej, i vigili del fuoco professionisti di Fiume, i dipendenti della municipalizzata Acquedotto e canalizzazione e di altre aziende comunali.
Il rappresentante dei pompieri, Tihomir Pavlic, ha espresso il suo appoggio alle maestranze dell’Autotrolej, dicendo che anche loro si erano trovati nella medesima situazione. «Sappiamo cosa significa lavorare per lo stipendio minimo. Abbiamo incrociate le braccia, riuscendo così ad ottenere l’incremento dei salari. Nessuno in Croazia dovrebbe ricevere stipendi inferiori ai mille euro, come invece accade per i lavoratori dell’Autotrolej, perché si tratta di un importo umiliante, con cui non si riesce ad affrontare il costo della vita».
Infine i manifestanti hanno fatto sapere che se non ci saranno risposte concrete da parte della direzione, ricorreranno allo sciopero.