foto da Quotidiani locali
Arriva la bella stagione, riaprono le attività e saltano fuori puntualmente come ogni anno le proteste dei residenti per gli angusti passaggi e per altre problematiche. A farsene portavoce il Comitato Noi Cittadini Grado che punta il dito contro il proliferare dei locali di ristorazione che creano «forti criticità in termini di vivibilità e di funzionale percorrenza di alcune aree».
A detta del Comitato andrebbero individuate e imposte «aree di non occupabilità» come alcuni piazzali slarghi vicini alle chiese o ad altri siti di pregio per tutelare anche la residenzialità, ridotta a meno di 200 persone». «Attualmente – scrive il Comitato - ci sono già una cinquantina di locali concentrati in un’area molto limitata del Centro storico, con tutte le conseguenze del caso e ci saranno due nuove aperture di locali e almeno una decina di potenziali nuovi locali derivati dalla trasformazione di abitazioni».
Il Comitato precisa inoltre che la categoria dei ristoratori dovrebbe collaborare di più per risolvere alcuni eccessi noti a tutti e anche per limitare la disparità tra le attività che non possono disporre di area esterna e attività che con limitatissime superfici interne, 25-30 metri quadrati e mini cucine, che pretendono di disporre di spazi esterni spropositati, che non favoriscono sicuramente la qualità dei servizi. «È indispensabile infine - conclude - garantire adeguati spazi per la percorrenza pedonale, onde favorire anche le altre attività commerciali, le visite guidate e la stessa fruibilità dell’area, senza obbligare le persone a dover passare, una dietro l’altra, a raso dei tavoli individuando altresì gli spazi per posizionare carrozzine e biciclette». —