GORIZIA È successo quello che si temeva. Tanti sacchi neri (ma anche di altri colori) lasciati ai bordi delle strade e non raccolti da Isontina Ambiente perché “non conformi”.
È successo, prima, nel quartiere di Piedimonte. Poi, anche a Lucinico. Perché non sono stati raccolti? Nessun colpo di testa da parte di Isa, nessuna negligenza, nessuna volontà di rendere la vita difficile al cittadino. Semplicemente, è stato impresso un giro di vite al sistema di asporto delle immondizie preannunciato, ampiamente, anche sulle pagine di questo giornale: solo che più di qualche cittadino ha continuato con le vecchie abitudini. E la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti l’aveva detto in tempi non sospetti: a partire dall’8 aprile - era stato l’annuncio - i rifiuti conferiti in contenitori o sacchi non conformi verranno lasciati a terra e contrassegnati con un bollino.
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Un rapido ripasso. In alcune zone della città sono entrati in funzione i cosiddetti mastelli taggati per la raccolta del secco residuo e della carta, il cui utilizzo nel corso dell’anno dovrà essere allargato a tutta la città. Una decisione presa, è stato spiegato da Isa e Comune, per migliorare le performance della raccolta differenziata in città, anche in vista dell’evento Go!2025. Tali contenitori, essendo provvisti di microchip abbinato in modo univoco all’utente, consentono di conoscere non solo a livello “macro” ma anche puntualmente le abitudini di conferimento ma soprattutto consentono di ottenere un colpo d’occhio più ordinato.
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«Questo metodo - si legge nella lettera inviata ai residenti - è stato scelto per raggiungere più obiettivi: ridurre la produzione di rifiuto secco aumentando la quantità di raccolta delle frazioni riciclabili; monitorare le abitudini di conferimento dei cittadini per tarare il servizio sulle loro esigenze; contribuire al miglior decoro urbano; fornire un contenitore che, essendo dotato di sistema anti-intrusione, risolve il problema dei ratti e degli altri animali opportunisti; eliminare il problema di esaurimento anticipato della fornitura annuale dei sacchi gialli».
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La prima fase ha riguardato l’area A che comprende (indicativamente) i rioni di Sant’Andrea e Piedimonte. Poi, si è passati a Lucinico. E riguardo ai primi due rioni, fa sapere Isontina Ambiente, «le cose non sono andate male nel senso che sono state poco più di un centinaio le utenze che hanno esposto il secco residuo nei sacchi invece che nei mastelli come da noi indicato». La società rammenta, una volta di più, che il rifiuto secco esposto in sacchi o contenitori diversi dal mastello fornito da Isa vengono e verranno lasciati sul posto. Non solo. Secondo Isontina Ambiente «ci vorranno 2 o 3 settimane prima che tutti (o quasi) si ricordino di rispettare la regola di esporre il secco dentro al mastello. Ma poi funzionerà. Le persone devono abituarsi. È altrettanto vero che, nonostante abbiano ricevuto tutti la lettera illustrativa, parecchie persone continuano a utilizzare i sacchi neri».
Le regole appaiono ferree ma, in realtà, ci sono alcune deroghe, volte a semplificare la vita al cittadino. «Se il mastello è semiaperto perché contiene più rifiuti va bene. Non sono consentiti, invece, i sacchi appoggiati a fianco o sopra il contenitore perché non si riesce a risalire all’identità di chi è il conferitore», fa sapere l’ufficio stampa di Isontina Ambiente.
Altra possibilità: in determinate condizioni, in caso di famiglie numerose con presenza anche di (tanti) animali domestici, c’è la possibilità di ottenere un secondo mastello.
Sia Isontina Ambiente sia l’assessore comunale all’Ambiente Francesco Del Sordi non vogliono sentir parlare di rivoluzione, al limite di “aggiustamento”. «L’obiettivo è migliorare la differenziata», ripete, quasi fosse un mantra, l’esponente di Giunta.
La distribuzione dei contenitori nel resto della città avverrà nei prossimi mesi e sarà supportata da un’apposita opera informativa. Questa includerà l’organizzazione di serate e la divulgazione tramite la stampa, l’app Junker, i siti web del Comune e di Isontina Ambiente, i social media. L’obiettivo, insomma, è di evitare di sentirsi rispondere: «Ma io non lo sapevo».
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