“Il mercato delle Sos non si è fermato. Abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie, a un certo punto su un giornale è uscito un riferimento a una Sos su un imprenditore (Gaetano Mangione, ndr) che avrebbe avuto a che fare con il ministro della Difesa. Ebbene, quella Sos non era stata […]
L'articolo Cantone in Antimafia: “Il numero di accessi abusivi alle banche dati è mostruoso. E il mercato non si è fermato, ci sono altri oltre a Striano” proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Il mercato delle Sos non si è fermato. Abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie, a un certo punto su un giornale è uscito un riferimento a una Sos su un imprenditore (Gaetano Mangione, ndr) che avrebbe avuto a che fare con il ministro della Difesa. Ebbene, quella Sos non era stata vista da Striano, ed è stata consultata proprio nei giorni in cui usciva quell’articolo di giornale. Quando c’era la massima attenzione sul tema, c’era qualcuno che continuava a vendere sottobanco le Sos. Su questo sta indagando la procura di Roma”. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone scopre le carte con toni preoccupati di fronte alla Commissione parlamentare Antimafia, da cui ha chiesto di essere ascoltato a proposito dello scandalo degli accessi abusivi ai database segnalazioni di operazioni sospette. Per la vicenda sono sono indagati, proprio dalla sua Procura, il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e il pm della Dna Antonio Laudati. Cantone riprende l’audizione di mercoledì del Procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, secondo cui è difficile immaginare che Striano abbia fatto tutto da solo: “Si è parlato del tema dei mandanti e dei registi esterni. Condivido integralmente le parole del procuratore antimafia sul fatto che i numeri lascino pensare ci sia altro dietro”, afferma. Il conto degli accessi, infatti, “è eccessivamente elevato e rende evidente che in quattro anni gli atti consultati sono stati tantissimi. I numeri inquietano perchè sono davvero mostruosi“, sottolinea,
Già, perché, in base a quanto ricostruito dalle indagini, gli accessi abusivi compiuti da Striano sono stati ben più degli 800 di cui si è parlato finora: “Dal 1° gennaio 2019 al 24 novembre 2022, Striano ha consultato 4.124 Sos all’interno della Banca dati Siva, un numero spropositato. Digitando il nominativo, ha cercato 1.531 persone fisiche e 74 persone giuridiche solo per quanto riguarda le Sos”. Inoltre, “ha cercato 1.123 persone sulla banca dati Serpico (piattaforma che contiene le informazioni tributarie, ndr): ma le ricerche potrebbero essere anche tremila, perché i nomi possono essere digitati più volte. E ha effettuato 1.947 ricerche sulla banca dati Sdi”. Insomma, “siamo ad oltre diecimila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo”, riferisce il capo della Procura di Perugia. Non solo: Striano “ha effettuato un download di 33.528 file dalla banca dati della direzione nazionale Antimafia. Quanti di questi dati possono essere utili per cento ragioni? Ci preoccupiamo della criminalità organizzata, della stampa, ma quante di queste informazioni possono essere utili anche, per esempio, ai servizi stranieri e a soggetti che non operano nel nostro territorio nazionale? Tra l’altro, tra i dati scaricati ci sono informative banali, ma anche atti coperti dal segreto”. Tuttavia, precisa poi in risposta alle domande, la maggior parte degli atti di cui si è impossessato Striano non erano segreti, “e questo è un dato che ci ha tranquillizzato”. Inoltre, aggiunge, “non ho elementi per valutare una finalità eversiva e non ci risulta che lui abbia avuto rapporti con agenti stranieri”.
“Sappiamo che Striano operava in pool, non abbiamo al momento fatto approfondimenti sulle persone che lavoravano con lui”. Ma in ogni caso non sono emersi “elementi che ci facessero pensare a finalità economiche“, informa l’ex pm anticamorra. “Non abbiamo interrotto le indagini e riteniamo di voler approfondire il tema di una rete di relazioni di Striano. Il sospetto e l’idea è forte, ma richiede la prova del mandante. Speriamo di aver qualche colpo di fortuna o collaborazione. Stiamo esplorando in questo senso delle strade, non ci fermeremo e alcune cose le diremo nelle sedi opportune”, aggiunge. E rivendica la riservatezza con cui sta conducendo l’indagine: “In questa fase meno atti girano e meglio è. Non abbiamo ancora capito chi e come ha fatto uscire” la notizia dell’invito a comparire recapitato a Striano e Laudati, “che ha danneggiato l’inchiesta, anche se l’atto era pubblico. Abbiamo fatto una serie di atti delicatissimi, con una serie di personaggi di primo piano sentiti, di cui ancora nessuno ha notizia: per esempio”, rivela, “abbiamo sentito due volte il ministro della Difesa”, Guido Crosetto. Il fascicolo, infatti, è nato proprio da un suo esposto, depositato dopo la pubblicazione sul quotidiano Domani delle Sos che riguardavano i suoi compensi dal colosso delle armi Leonardo (ricevuti in qualità di consulente, prima di assumere l’incarico di governo). “Credo che vada ringraziato per aver dato la possibilità di far uscire questo verminaio, perché tale è”, dice Cantone.
Prendendo la parola nell’aula di palazzo San Macuto, il magistrato precisa di aver chiesto l’audizione “per intervenire a tutela di un’istituzione sacra come la Procura nazionale antimafia”, ma anche “di strumenti importanti per la lotta alla mafia e in generale delle infrastrutture informatiche giudiziarie”. La vicenda, esordisce, è “particolarmente grave: “Io non mi occupo di bolle di sapone, non me ne sono mai occupato neanche da bambino e non sono capace di parlo. Chi parla di bolle di sapone ne risponderà nelle sedi giuste”, dice, riferendosi al pronostico sull’esito dell’indagine fatto in tv da Paolo Mieli. “Ho grande rispetto per chi manifesta questo pensiero e anche per la sua età, ma c’è un limite a tutto”, attacca. Poi rigetta la ricostruzione secondo cui la stessa Procura da lui diretta avrebbe escluso l’esistenza di un dossieraggio: “La Procura di Perugia non ha parlato con nessuno, quindi non c’è interpretazione autentica. Non spetta a me stabilire cos’è dossieraggio e cos’è informazione. Dico che quella effettuata da Striano è una ricerca spasmodica di informazioni su una serie di soggetti. Se è dossieraggio o no non spetta a me dirlo, non abbiamo la prova della creazione di un archivio”.
L'articolo Cantone in Antimafia: “Il numero di accessi abusivi alle banche dati è mostruoso. E il mercato non si è fermato, ci sono altri oltre a Striano” proviene da Il Fatto Quotidiano.