«Ma non sono campione, giusto?».

«Sì, lo sei».

«Lo sono?».

«Sì, lo sei».

«Sei sicuro?».

Lo ha saputo così, a sorpresa, poco prima della premiazione. Perché Max Verstappen non sapeva ancora della penalità a Charles Leclerc che ha cambiato l'ordine d'arrivo del Gran Premio del Giappone, consegnando all'olandese il secondo titolo consecutivo. Scena un po' surreale ma molto divertente, perché a volte i colpi di scena capitano anche nel mondo iper tecnologico della Formula 1. E succede così di ritrovarti campione del mondo quando già avevi messo in preventivo di doverti giocare il terzo match point nel prossimo gran premio di Austin.

Che cosa è successo

Quando il Gran Premio è finito, Verstappen non era ancora campione del Mondo. Possibile? Sì, perché con Leclerc secondo, l'aritmetica non sorrideva ancora all'olandese.

Poi, però, ecco il colpo di scena: al monegasco della Ferrari sono stati inflitti cinque secondi di penalità per aver tagliato l'ultima chicane all'ultimo giro, traendo vantaggio, secondo i commissari, e impedendo a Perez di sorpassarlo. Una decisione molto criticata dalla Ferrari («Una cosa ridicola e inaccettabile, senza senso», l'ha definita il team principal della Rossa Mattia Binotto), ma che ha portato alla retrocessione di Leclerc dal secondo al terzo posto, una delle sette ipotesi alla vigilia (Verstappen vincitore senza giro veloce e Leclerc al massimo 3°) che avrebbero dato il titolo all'olandese. Questo anche perché, nonostante fossero stati percorsi a causa delle condizioni meteo soltanto 29 giri sui 53 previsti, la FIA ha deciso di assegnare il punteggio pieno e non applicare, come si pensava, lo schema stabilito in caso di disputa di una porzione ridotta di gara. In questo caso (percorso più del 50% della corsa, ma meno del 75%), si riteneva dovessero essere assegnati 19 punti al primo classificato, 14 al secondo, 12 al terzo e poi 10-8-6-4-3-2-1 fino al decimo. Verstappen ne avrebbe così guadagnati sette su Leclerc, non abbastanza per festeggiare il titolo. Si è trattato, invece, di un'interpretazione data al nuovo regolamento, tale per cui sarebbero stati assegnati punti ridotti soltanto se la gara «non fosse più ripresa» dopo la sospensione al secondo giro per la pioggia. Così non è stato, e nonostante non siano stati completati tutti i giri previsti nell'arco delle tre ore (la durata massima di una corsa), di fatto la corsa si è disputata regolarmente, portando all'assegnazione del punteggio integrale, con 25 punti al primo, 18 al secondo, 15 al terzo e così via. La penalità inflitta a Leclerc, quindi, ha permesso a Verstappen di guadagnare 10 punti sul monegasco, quando gliene bastavano otto per laurearsi aritmeticamente campione del mondo. 

Max nel club dei bi-campioni consecutivi

Verstappen ha vinto con pieno merito, alla luce dei 12 successi nelle 18 gare fino ad ora disputate, di cui sei nelle ultime sette. Un dominio assoluto confermato anche nell'ultima gara, un ruolino di marcia inarrivabile per tutti gli altri, complici errori di squadra e piloti Ferrari, gli unici che nelle prime gare erano stati in grado di tenere testa all'olandese e alla sua strepitosa Red Bull. Così se l'anno scorso il primo titolo iridato era arrivato all'ultima curva dell'ultimo gran premio, quest'anno il secondo trionfo consecutivo l'ha fatto suo con quattro gare di anticipo, come in passato avevano fatto due volte Schumacher (nel 2001 e nel 2004) e Vettel (nel 2011). Il record, invece, appartiene a Schumi, campione del Mondo nel 2002 con sei gare di anticipo, quando superò il primato di Mansell, che nel 1992 trionfò cinque gare prima della fine.

Ma adesso è il tempo di SuperMax, invincibile come i grandi campioni del passato e anche il prossimo anno con il numero 1 in bella mostra sulla sua Red Bull.