AS ROMA NEWS – C’è solo una strada da seguire in questo momento per provare ad uscire da questo pantano in cui si è cacciata la Roma, e solo per colpe proprie. Una mossa che fino a qualche tempo fa avrebbe fatto felici tanti, ma che ora sembra essere la scelta più impopolare: rinnovare il […]
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AS ROMA NEWS – C’è solo una strada da seguire in questo momento per provare ad uscire da questo pantano in cui si è cacciata la Roma, e solo per colpe proprie. Una mossa che fino a qualche tempo fa avrebbe fatto felici tanti, ma che ora sembra essere la scelta più impopolare: rinnovare il contratto a Josè Mourinho e annunciarlo pubblicamente per bocca del nuovo ds.
Tutte le altre strade sono dirette verso un inevitabile precipizio, a cominciare dall’insana voglia di esonerare l’allenatore per affidarsi al traghettatore di turno. Ancora più ardita la tentazione De Rossi, una soluzione che farebbe del male non solo alla Roma ma anche alla carriera dell’ex capitano, ancora tutta da costruire dopo il flop con la Spal.
Trovare il capro espiatorio nell’allenatore è un film (stucchevole) già visto centinaia di volte qui a Roma. Intendiamoci, anche Josè Mourinho ha la sua ricca dose di colpe, in primis quella di essersi appiattito sulla mediocrità di squadra e club, arrivando ad avallare campagne acquisti sballate, basate su giocatori inadeguati e altri fisicamente finiti.
L’amore per questa città e la sua tifoseria lo hanno reso vulnerabile, e lo ha spinto perfino a dichiararsi disponibile a un rinnovo al buio, e ad allenare una Roma senza campioni ma pronta a scommettere sui giovani. Una scelta spiazzante, che di mourinhano ha ben poco, lui che dopo l’exploit con il Porto ha sempre basato il suo successo sportivo sull’importanza di avere dei campioni in rosa.
Di questo momento di crisi c’è anche tanto di Mou, ma la voglia di cambiare allenatore è guardare il dito e non la luna. Il progetto tecnico portato avanti in questi tre anni si è dimostrato fallimentare, con una rosa ridotta a vivacchiare su calciatori in prestito destinati a salutare (leggi Lukaku), a puntare su una sfilza di giocatori infortunati, non adatti alle ambizioni della Roma in alcuni casi o al gioco del tecnico in altri, e a ignorare un problema evidente in difesa.
Anche la presidenza ha le sue responsabilità: i Friedkin hanno il grande merito di aver salvato la Roma dalle macerie lasciate dalla precedente gestione, acconsentendo però di firmare un accordo-tenaglia con la Uefa che non permetterà al club di poter investire sul mercato ancora per qualche anno. L’errore imputabile ai texani, più che il loro silenzio assordante, è soprattutto l’incapacità di aver saputo costruire una società forte e ben strutturata.
La scelta di puntare su Tiago Pinto, dirigente giovane ma con poca esperienza, ha dato risultati solo a metà, perchè a fare il lavoro di dirigente, comunicatore e in alcuni casi anche ds è stato Josè Mourinho, il parafulmine gigante dietro cui si nascondono un po’ tutti oggi a Trigoria. E se cambiare allenatore a campionato in corso sarebbe una scelta sucida, anche quella di iniziare un percorso nuovo con una guida tecnica diversa in estate appare una mossa che lascia diverse incertezze.
Puntare sul Thiago Motta di turno (scordatevi Conte, Klopp o affini, non accetterebbero mai) potrebbe garantire alla Roma un futuro migliore di quello attuale? Impossibile saperlo. Di sicuro c’è solo che l’ex centrocampista dell’Inter si troverebbe costretto a lavorare con gli stessi calciatori giudicati inadeguati un po’ da tutti. E se Mou non è Harry Potter, Thiago Motta o Italiano non sono di certo Houdini. Perchè pensare di poter far meglio l’anno prossimo con una squadra senza i suoi calciatori più forti, nell’impossibilità di fare mercato, puntando su giovani della Primavera e qualche seconda linea è un semplice volo di fantasia.
Meglio restare focalizzati sul presente. E attenzione a dare per finita questa stagione: manca ancora metà campionato, c’è un’Europa League da giocare, e la zona Champions è ancora alla portata della Roma, che deve a tutti i costi provarci fino alla fine. E per provarci serve una scossa, che non può mai essere l’esonero del tecnico, o la sua conferma a tempo da esautorato in attesa di un addio a fine stagione.
L’unica scossa da dare a un gruppo demoralizzato e ad un ambiente depresso è ridare pieni poteri al tecnico con un segnale forte, che non dia più alibi a nessuno. E poi ripartire più compatti che mai verso un traguardo fondamentale da raggiungere. Un traguardo incredibilmente ancora alla portata, che si può provare a raggiungere solo con Josè Mourinho saldamente al comando.
Giallorossi.net – Andrea Fiorini
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