Lisei (Fdi) stuzzica la Regione che anticipa alcuni progetti operativi. Piccinini (M5S): «Il personale ha paura e si rischia di non avere addetti»
Carpi. Le violenze fisiche e verbali a cui sono esposti gli operatori del Pronto soccorso stanno portando anche la politica a fare valutazioni. Perché se da un lato si cercano soluzioni utili a tutelare la loro incolumità – il trasloco dell’ufficio della vigilanza è uno delle richieste primarie che vanno di pari passo con la riduzione dei tempi di attesa dei pazienti – dall’altro si valutazioni azioni di maggior respiro tra cui corsi di formazione ad hoc e messa a disposizione di gilet anti aggressione. Come funzionano? Attivandolo, si lancia un potente allarme sonoro, contestuale all’invio di una telefonata e di un Sms con coordinate Gps alla vigilanza interna e alle forze dell’ordine, con accensione di luci Led lampeggianti. Il sistema rileva, inoltre, se la persona è a terra o immobile per troppo tempo e in tal caso invia automaticamente la chiamata di emergenza. Il dispositivo consente due tipi di attivazione: volontaria schiacciando un pulsante o automatica in caso di un malore con/o senza perdita di coscienza.
Intanto, però, prende sempre più forma il rischio di riduzione di organico visto che medici e infermieri, sempre più scoraggiati a lavorare nei Ps anche per i pericoli che devono mettere in conto, sono propensi a cercare altre specializzazioni.
Di tutto questo si è parlato anche ieri durante il question time in Regione dopo l’interrogazione di Marco Lisei (Fratelli d’Italia). «La sanità regionale – ha commentato il consigliere – è in uno stato di evidente sofferenza, una situazione da addebitare a scelte di programmazione sbagliata compiute nell’ultimo decennio. La carenza di personale medico ormai è nota a tutti, in particolare nei Pronto soccorso. I turni sono sempre più massacranti e aumentano poi le dimissioni. In questi anni sempre più medici hanno deciso lasciare il lavoro negli ospedali pubblici scegliendo di lavorare nelle strutture private».
«Tutte le aziende sanitarie stanno affrontando il problema di carenza di personale e l’Emilia-Romagna, nonostante l’emergenza pandemica, è riuscita a gestire le difficoltà – ha replicato il sottosegretario Davide Baruffi – Tra le azioni è previsto un pacchetto di misure urgenti che prevedono la valorizzazione del personale operante. Il ricorso all’appalto è legato a condizioni di difficoltà nel mantenere servizi di emergenza-urgenza col personale a disposizione. Non si tratta di un obiettivo cui tendere ma parte di una strategia per accorciare le liste di attesa».
«La situazione nei Pronto soccorso è ormai diventata intollerabile – evidenzia Silvia Piccinini, capogruppo del MoVimento 5 Stelle – Le aggressioni al personale sanitario si verificano con cadenza quasi quotidiana e influiscono in modo determinante anche sulla scarsa disponibilità a lavorare in queste strutture. Per questo è necessario che la Regione faccia di più e meglio per tutelare medici ed infermieri, già provati da turni sfiancanti dovuti alla mancanza di personale».