L’associazione: «Eliminare le spese di commissione bancaria». I rivenditori: «Margini già troppo esigui, addio ai guadagni». Il caso del "gratta e vinci"
MODENA. «Il punto è che lo Stato ci dà margini di guadagno molto ristretti e col Pos ci troviamo a pagare spese di commissione che spesso annullano questo piccolo guadagno. E poi bisogna considerare che per altri prodotti di tabaccheria c’è anche la tassazione che va calcolata sul lordo e quindi non tiene conto della commissione bancaria. Per alcuni prodotti è un disastro ed è già molto se non andiamo in perdita».
Parola di un tabaccaio che il Pos ce l’ha e ha fatto i conti da tempo: Luca Berlato di via Giardini. Così tutti i suoi colleghi. Sia chi il Pos ce l’ha da anni, sia chi lo sta installando in questi giorni dopo contratti bancari sfavorevoli. Perché le condizioni vantaggiose che si strappavano nel 2020 sono finite da un pezzo. Giovedì il Pos diventerà obbligatorio in tabaccheria e la protesta sta montando. I tabaccai chiedono allo Stato di intervenire per abolire i costi di commissione. Come nel 2007 era successo con le compagnie telefoniche.
Assotabaccai Modena pone l’attenzione sull’aumento dei costi derivanti dall’introduzione dell’obbligo della moneta elettronica e chiede che i prodotti sottoposti a regime di monopolio o in concessione (tabacchi, valori bollati, giochi, ricariche telefoniche...) vengano esclusi dall’obbligo. «È necessario operare con grande attenzione e aprire una riflessione perché la volontà di colpire chi non rispetta le leggi non può mettere a rischio una capillare rete che garantisce a tutta la cittadinanza prima di tutto un servizio, a partire dalla vendita dei valori bollati. Con questo aumento, il tabaccaio, anche con la vendita di un pacchetto di sigarette, con un costo che si aggira sui 5 euro, riduce in modo significativo i margini di guadagno». L’associazione sollecita un intervento del governo: «Chiediamo che si trovi una soluzione per le tabaccherie, o in subordine, che i prodotti sottoposti a regime di monopolio o in concessione, come tabacchi, valori bollati e giochi, ricariche telefoniche e altri servizi, siano esclusi dall'obbligo di pagamento con moneta elettronica ». Noris Nora, tabaccaio in corso Canalgrande, da anni ha un Pos attivo: «È indubbio che le commissioni bancarie mangino i guadagni. Dal Monopolio, poi, abbiamo guadagni con percentuali basse, mentre le commissioni tagliano ancora di più questi margini. Dipende soprattutto se il contratto è stato firmato con una banca, Lottomatica o altri operatori». Spiega Mirella della tabaccheria Marchi di via Mar Tirreno: «Questa imposizione ci pare una totale mancanza di rispetto nei nostri confronti. Per questo avevamo già esposto un cartello per far sapere che non accettavamo pagamenti col Pos per le lotterie. Lavoriamo con margini fissi molto ridotti e costi alti». «Questo vale anche per chi come noi ha tabaccheria, bar e ristorazione - spiega Annalista, titolare della storica Trattoria di Portile - molti hanno per fortuna vecchi contratti bancari con condizioni accettabili».
«È una rovina, questo sistema. Lo Stato non considera le spese bancarie - spiega Salvatore della tabaccheria Selmi di via Emilia Centro - l’aggio sui prodotti del Monopolio è piccolissimo e la commissione bancaria alta. Per una ricarica con Sisal da 200 euro il mio guadagno sarà di 30 centesimi, quando il costo del Pos è di 1,50 euro. La ricarica telefonica da 50 euro mi dà un guadagno da 8-9 centesimi e, dopo la transazione e le tasse, mi risulta svantaggiosa. E poi c’è la questione dei “gratta e vinci”».
Già, il “gratta e vinci”. Lo Stato non ha pensato alle conseguenze: «Il cliente compra i “gratta e vinci” e paga col Pos e se vince io devo avere già pronta la provvista di denaro contante a mie spese - spiega Salvatore - per 100 euro ne guadagno 8 e ne spendo 2 di commissione». E va avanti con altri esempi che dimostrano come lo Stato consideri la commissione bancaria come una faccenda privata del tabaccaio. Conclude Luca Berlato: «Il paradosso è quello dei biglietti del bus di Seta che infatti noi tabaccai non volgiamo tenere. Un biglietto costa 1,50 euro. Io prendo 6 centesimi di guadagno, ne pago 3 di commissione per la transazione e poi devo pagare le tasse. Ma le tasse le devo pagare sul guadagno lordo. E alla fine cosa mi resta? Zero». l
© RIPRODUZIONE RISERVATA