Parla la madre della 14enne rimasta incinta di un 21enne condannato solo a un anno. «Come si fa a parlare di fatto lieve? La sua vita è stata sconvolta, stia lontano da noi»
MODENA. «Un anno e due mesi di carcere sono una pena irrisoria di fronte a quanto ha patito mia figlia». A dirlo è la madre della ragazza, italiana e residente in provincia, rimasta incinta a soli 14 anni nell’ambito della relazione con un 21enne.
Il giovane magrebino è stato condannato martedì a un anno e due mesi appunto, per atti sessuali compiuti con minorenne, ma con il riconoscimento del “fatto di lieve entità” legato alla relazione che c’era nella coppia, conosciuta dai genitori di lei. Che però sono di tutt’altro avviso: «Mia figlia ha subito un trauma enorme e sta soffrendo tuttora tantissimo – sottolinea la madre – come può essere un fatto lieve?».
La madre chiarisce come il 21enne a giugno 2020 era finito a casa loro: «Era diventato amico di mia figlia – continua – e sapendo che viveva in una sistemazione molto precaria, anch’io ne avevo avuto compassione. Così avevamo deciso di ospitarlo a casa nostra, ma è stato solo per un mese, e i due dormivano in stanze separate: non è in casa che è avvenuto il rapporto, non l’avremmo mai permesso».
È successo più tardi, nel dicembre 2020, altrove, e lei aveva già compiuto i 14 anni. Quando la ragazza ha scoperto di essere rimasta incinta è stato uno choc in famiglia: «Io volevo che abortisse – dice la madre – ma lei ha deciso di tenere il bimbo e abbiamo rispettato la sua scelta». A complicare ulteriormente le cose, la rottura definitiva col 21enne, ragazzo peraltro già con problemi di giustizia. Quando lei gli ha detto che non voleva più vederlo, la reazione è stata tremenda: «Lui un giorno è riuscito a entrare in casa e quando lei gli ha detto che non lo voleva più, le ha tirato uno schiaffo e l’ha presa per i capelli. Io ero al lavoro: quando mi ha telefonato disperata io non ci ho più visto, e per fare in modo che si allontanasse per sempre da noi l’ho denunciato per atti sessuali con minore».
Il bimbo è nato nel settembre 2021: ha 9 mesi adesso. La ragazza ha ottenuto dal tribunale che avesse il suo cognome. L’ha cresciuto con tante difficoltà, col supporto di assistenti sociali e psicologi. «Quel bimbo però ha salvato la vita a mia figlia – nota la madre – se non lo avesse avuto, non sarebbe maturata e forse avrebbe fatto la follia, cotta com’era di quel ragazzo tanto più grande di lei, di scappare con lui perdendosi nella vita sregolata che lui faceva, e che l’ha portato in carcere a Rimini per altri reati. Però mia figlia adesso ha paura: teme che quel ragazzo quando uscirà dal carcere torni a casa nostra e si prenda il bimbo. Lui le scrive dal carcere di ritirare la denuncia, suo padre le manda messaggi dicendole: “Tu e mio figlio dovete sposarvi!”. Ma noi non ne vogliamo più sapere di lui: ci devono lasciare in pace».