Le fiamme hanno interessato sia il gassificatore, spento dal 2011 ma diventato un luogo di stoccaggio del cdr, sia il resto della struttura. Per i Vigili del Fuoco intervenuti per spegnere il rogo ci vorranno giorni
ROMA. È sotto controllo l'incendio che da ieri sta interessando parte dell'ex discarica di Malagrotta a Roma: i vigili del fuoco, una sessantina in tutto, hanno lavorato tutta la notte per confinare le fiamme ed evitare che interessassero altre strutture e si propagassero all'esterno. Per spegnere definitivamente il rogo, che ha interessato due capannoni di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, ci vorranno però giorni.
Secondo i vigili del fuoco l'incendio si è esteso anche ad almeno un paio di capannoni dove sono stoccati carta e plastica e un impianto di compostaggio. Una densa colonna di fumo si è alzata verso il cielo, visibile da chilometri di distanza e nell'area circostante all'impianto si è diffuso un forte odore di bruciato. Alle 23 di ieri c’era ancora una colonna alta di fumo e 10 squadre dei vigili del fuoco impegnate. Oggi asili chiusi nel raggio di 6 km. Lo scrive in un tweet il Comitato Valle Galeria Libera. E su Facebook Gianluca Lanzi, presidente del Municipio Roma XI parla di «un disastro ambientale di dimensioni incalcolabili». Lo ha scritto su facebook Gianluca Lanzi, presidente del Municipio Roma XI.
A dare l'allarme sono stati gli operatori dell'impianto. Il comitato dei cittadini della Valle Galeria ha lanciato il pericolo diossina: «Oltre al rischio diossina liberata nell'aria - denunciano su Facebook - ci sono i depositi di gas e benzina adiacenti che sono stati allertati. All'interno del capannone sono stoccati rifiuti. I vigili del fuoco dicono di chiudere le finestre o allontanarsi per chi è a circa un km».
Le cause dell'incendio, che ha interessato anche il gassificatore da anni inattivo, sono ancora da accertare: una volta domate le fiamme i rilievi dei vigili contribuiranno a chiarire l'origine ed escludere un eventuale dolo. Da chiarire anche eventuali ricadute sul ciclo dei rifiuti della capitale già messo a dura prova da una cronica carenza di impianti. Anche se la discarica di Malagrotta non serve più Roma, fu chiusa dal sindaco Ignazio Marino, gli impianti presenti, di proprietà della società E.Giovi, servono la capitale trattando fino a oltre 1200 tonnellate di rifiuti al giorno, 8.100 alla settimana. Numeri fondamentali per il già fragile ciclo dei rifiuti di Roma che ha spinto il sindaco Roberto Gualtieri a decidere per la realizzazione di un termovalorizzatore per rendere la capitale autonoma ed efficiente.
In tarda serata è intervenuto Gualtieri. «L'incendio del Tmb non è solo un grave incidente, ma costituisce un danno signficativo per il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, su cui avrà inevitabili conseguenze immediate», ha fatto sapere il sindaco di Roma. «Siamo già al lavoro per ricollocare quanto prima le quantità trattate dall'impianto danneggiato e indirizzarle su altri impianti di trattamento e sui successivi sbocchi«.
Il Campidoglio «raccomanda, a titolo precauzionale, alla popolazione presente nel raggio di un chilometro dalla zona dell'incendio di non sostare nei pressi dell'area interessata dall'incendio; mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti; non utilizzare al momento i condizionatori d'aria; in caso di emergenza contattare il Numero Unico Emergenze 112 o la Sala Operativa h24 della Protezione Civile di Roma Capitale al numero verde 800 854 854 o al numero 06 67109200». Nella zona interessata dal rogo, spiega il Comune, «sono possibili, a scopo precauzionale, interruzioni di luce, gas e acqua».
«Questa mattina si riunirà la cabina di regia con Ama e gli operatori che hanno contratti in essere diretti e indiretti con l'azienda di Roma. Metteremo tutto il nostro impegno per affrontare questa grave emergenza», ha annunciato il sindaco Gualtieri.
Indignazione e rabbia vengono espressi da coloro che vivono nell'area di Valle Galeria, vicino a Malagrotta. «Siamo indignati e arrabbiati - ha detto all'Adnkronos Claudio Fetoni, portavoce del Comitato Valle Galeria Libera - possiamo dire solo grazie, grazie ai vigili del fuoco che hanno fatto di tutto per contenere le fiamme. Ma forse non tutti sanno che alle spalle dell'impianto in fiamme vi è un deposito del gas, non voglio immaginare le conseguenze». «I nostri amministratori, i politici non si rendono conto di quanto sia grave la situazione: dobbiamo stare con le finestre chiuse e una nube, densa, sembra nebbia ricopre l'intera area e poi prende alla gola - ha aggiunto Fetoni - I bambini devono stare chiusi in casa, scuole chiuse. Nessun piano di emergenza».