Condannata a un anno e undici mesi per avere sottratto quasi 20mila euro dal Comando di Polizia stradale di Modena: la pena è stata ridotta dopo che nel 2021 la corte di appello aveva confermato la decisione del tribunale di infliggere alla donna due anni di reclusione.
MODENA Condannata a un anno e undici mesi per avere sottratto quasi 20mila euro dal Comando di Polizia stradale di Modena: la pena è stata ridotta dopo che nel 2021 la corte di appello aveva confermato la decisione del tribunale di infliggere alla donna due anni di reclusione.
Era la responsabile amministrativa contabile e aveva quindi accesso alle somme di denaro presenti per vari motivi all’interno del comando.
I fatti che vedono come protagonista una donna di 57 anni originaria di Napoli si sono svolti nel 2011, periodo in cui la signora era una dipendente presso il comando. Sono passati oltre dieci anni da quegli episodi e adesso la pena è stata ridotta in seguito al ricorso presentato nei confronti della sentenza del 2021 anche perché nel frattempo un capo di imputazione, quello di simulazione di reato – la donna aveva riferito che le chiavi della cassaforte le erano state rubate –, è andato in prescrizione.
La donna si è appropriata di ben 19.441,64 euro in contanti muovendosi su più fronti. Certamente, visto il ruolo che ricopriva, per lei accedere alla cassaforte o ai conti da cui poi appropriarsi indebitamente dei soldi, non è stato particolarmente complesso. Basti pensare che dalla sola cassaforte, l’imputata è riuscita a sottrarre 6mila 762,21 euro.
In questa storia c’è anche chi aspettava un pagamento mai arrivato: il fornitore di caffè. I soldi destinati al pagamento delle fatture del fornitore infatti, sono entrati nelle tasche dell’operatrice contabile. Si parla di 2mila e 884, 10 euro.
La somma più ingente la responsabile amministrativa l’ha sottratta a quella destinata al pagamento del trattamento di missione del personale della Polizia di stato.
Il trattamento di missione è una sorta di rimborso spese per il personale che va a lavorare fuori sede. Ebbene, questi pagamenti all’epoca dei fatti non furono mai effettuati.
Già, perché l’operatrice aveva di fatto intascato 10mila e 295,33 euro. La donna aveva messo in atto uno specifico disegno criminoso. Dato il ruolo che ricopriva era l’unica a sapere che in quei giorni all’interno della cassaforte era presente un’ingente somma di denaro, più del solito. Infatti lei stessa aveva fatto in modo di accumulare quei soldi.
Lo aveva fatto ritardando i pagamenti, come quello dovuto al fornitore di caffè, o quello della missione del personale di polizia di Stato ma anche prelevando dai conti dedicati quel denaro pubblico.l