CARPI Il marchio Webb&Scott and co, beni mobili e attrezzature, auto e furgoni. E soprattutto 36.760 capi di abbigliamento, in larga parte camicie. L’Istituto Vendite Giudiziarie del Tribunale di Modena cerca compratori per i beni della Migor, una delle ultime aziende storiche a conduzione familiare nel settore moda, oggi in concordato preventivo.
Nei mesi scorsi aveva già chiuso lo spaccio on-line dell’impresa di via Fleming, il 21 maggio aveva abbassato definitivamente le serrande quello ‘fisico’ di via Copernico. Anche i negozi di proprietà erano chiusi da tempo. Per le 36.760 camicie (ma ci sono anche maglie, polo, pantaloni…oltre 600 le pagine necessarie per fare l’inventario) l’IVG chiede un’offerta minima complessiva di 116.897 euro, ovvero 3,18 euro a capo: chi vuole provare ad aggiudicarsi questo maxi lotto ha tempo fino al 20 giugno. Tessuti, taglie, colori, modelli, fantasie, c’è di tutto e di più. Per il marchio Webb&Scott and co. il giorno è invece il 24, offerta minima 9.000 euro.
Migor spa ha ottenuto nell’agosto scorso dal Tribunale di Modena l’apertura della procedura di concordato preventivo e al Tribunale il relativo piano è stato presentato dalla proprietà a novembre. Della trentina di dipendenti finiti in cassa integrazione straordinaria da allora ne sono rimasti una ventina (alcuni si sono ricollocati in questo periodo grazie alle loro elevate professionalità, la vertenza è seguita dalla Cgil) e lo saranno fino al 23 ottobre. Fondata nel 1931 da Minervo Gorgò, strutturatasi dagli anni Cinquanta come industria grazie al figlio Roberto (scomparso nel dicembre 2020 a 88 anni), la Migor era un’impresa specializzata nella camiceria da uomo, segmento medio-alto classico e sportivo, ma produceva anche camicette da donna. Proprio quattro anni fa la sede storica di via Colombo (il nome Migor deriva da quello del fondatore) venne abbattuta (assieme alla villa padronale) e nel luglio 2019 al suo posto sorse il supermercato Aldi. L’impresa si era intanto trasferita già nel 2008 nella zona industriale, in via Fleming, mentre poco lontano, in via Copernico, aveva trovato spazio lo spaccio aziendale. Il fatturato era sceso da 7 a 5 milioni di euro tra 2019 e 2020. Pare invece in dirittura d’arrivo la trattativa per la vendita del capannone di via Fleming (6.200 mq), da cui si otterranno cospicue risorse. Negli anni passati la Migor aveva firmato accordi di produzione e commercializzazione su licenza con importanti marchi nazionali. L’azienda della famiglia Gorgò (dieci anni fa produceva oltre 700 mila camicie con circa 300 dipendenti oltre ad un indotto di 200 persone e un fatturato di circa 15 milioni di euro) è arrivata a questa situazione di crisi soprattutto a causa delle difficoltà della Manifattura Riese, ex Navigare, unite a quelle provocate dalla pandemia. l
