Dopo la messa in vendita, i frequentatori chiedono che sia mantenuta l’attività Tra le soluzioni, anche l’acquisto da parte di chi ogni giorno anima i locali
CARPI Un acquisto da parte del Comune del diritto di superficie oppure l’unione delle forze dei soci per rilevare l’istituzione storica che dagli anni Settanta è il punto di riferimento per oltre 200 carpigiani, ma non solo.
La messa in vendita del diritto di superficie dl “cuore” della Polisportiva Dorando Pietri, il bocciodromo, apre uno scenario che potrebbe rappresentare la fine delle varie attività, di bocce, boccette, biliardo, gioco delle carte, tra cui pinnacolo e burraco. Se, infatti, il diritto di superficie dovesse essere acquistato da un soggetto privato, è possibile che l’immobile dove ogni giorno si ritrovano numerosi soci, venga destinato ad altri scopi.
Per questo, le alternative che potrebbero garantire lunga vita al ritrovo così com’è ora sono da un lato l’acquisto da parte del Comune - che nel 2031, in ogni caso, ritornerebbe proprietario - dall’altro un impegno dei soci per rilevare il diritto di superficie sullo stabile.
Il nodo sono i debiti maturati dalla Polisportiva Dorando Pietri, alla quale l’associazione sportiva dilettantistica “Dorando Pietri sezione bocce e biliardi” paga l’affitto. La prima ha il diritto di superficie, la seconda si occupa nel merito della gestione delle attività nei locali.
La Polisportiva, proprietaria del diritto di superficie, nel corso degli anni ha maturato debiti per circa 100mila euro: tra questi ci sono quote di Imu che non è stata pagata al Comune, ma anche debiti verso i soci prestatori. Inoltre, nel grande complesso immobiliare, non ci sono finite le attività. Qui c'erano una ventina di associazioni sportive che facevano capo alla Polisportiva Dorando Pietri. C’era una succursale di ragioneria che pagava l’affitto, così come Radio Bruno. I debiti sono diventati insostenibili, così si è nominato un commissario liquidatore, Daniele Sitta, che sta cercando di trovare una soluzione per conservare le attività. La soluzione più papabile, appunto, sarebbe la vendita al Comune, sempre che i soci non decidano di mettersi d’accordo per acquistare il diritto di superficie.
«Il mio appello e che il Comune ci dia una mano: abbiamo circa 200 soci dei quali 60 attivi tutti i giorni – spiega Gianni Pivetti, segretario della asd “Sezione bocce e biliardi” – Dalle 2 delle 7 di sera, ogni giorno, il bocciodromo si riempie. La nostra associazione è affiliata sia alla Federazione biliardi, sia alla Federazione bocce. Svolgiamo attività sportiva e non solo amatoriale. Fino a prima del Covid, svolgevamo due gare all’anno, una nazionale e una regionale. Se si dovesse chiudere il bocciodromo si priverebbe il territorio della possibilità di fare gare di bocce. E un punto di riferimento sia per Modena che Reggio verrebbe a mancare».
La “Sezione bocce e biliardi” ha un contratto di affitto valido per altri sei anni, con la Polisportiva.
«Noi riusciamo ad andare avanti grazie al volontariato – rimarca Gianni Pivetti – I costi di luce e gas sono raddoppiati: spendiamo 20mila euro l’anno di luce e gas, in tutto. Abbiamo installato di tasca nostra l’aria condizionata come, sempre su base volontaria, abbiamo realizzato l’impianto elettrico a nostre spese per ottenere il certificato di prevenzione incendi. Io frequento il bocciodromo dall’inizio, dal 1974: mi piace raccontare di quando qui eravamo in 2mila soci e gli otto campi del bocciodromo erano sempre piene. Poi il gioco delle bocce è entrato in crisi: abbiamo provato a coinvolgere i giovani che vanno a scuola, ma dopo una certa età si interessano da altro. Nel tempo, i campi si sono ridotti da otto a quattro». l