Un processo in tutto e per tutto: con imputati, avvocati difensori, giuria e pubblico ministero. Nei panni del presidente della corte giudicante Massimo De Luca, presidente del tribunale di Mantova, mentre l’imputato principale era interpretato da un ex calciatore professionista degli anni 60/70: Gianfranco Zigoni, il mitico Zigogol. È andata in scena di recente a Ponte di Piave, nel Trevigiano, l’ultima rappresentazione di una serie teatrale di rifacimenti processuali di omicidi famosi.
Questa volta sono stati processati gli assassini del colonnello Giovanni Marinovich, comandante dell’Arsenale di Venezia, ucciso il 22 marzo 1848 durante la sollevazione della città lagunare contro gli austriaci. Dice De Luca: «Ho preso parte a diverse rappresentazioni di questi rifacimenti storici: dal processo alla Monaca di Monza a quello a Francesco Ricci per un omicidio a Corfù nel 1854 raccontato da Niccolò Tommaseo, dal processo agli assassini del padre di Giovanni Pascoli e ora a questo, tutti ripresi e messi in scena dall’avvocato Alvise Tommaseo Ponzetta. Accanto al presidente De Luca a formare la corte giudicante c’erano Michela Girardi e Maria Ignazia Masala, nella vita avvocati e giudici di pace.
Per la cronaca l’imputato Gianfranco Zigoni, alias Giovanni Maria Conforti, è stato assolto in quanto non punibile per “stato di necessità putativo”, ovvero per aver ucciso il comandante dell’Arsenale nella convinzione che stesse per ordinare il bombardamento di Venezia per schiacciare nel sangue la rivolta della città, come emerso dalle testimonianze raccolte nel processo. Nella realtà Conforti si salverà dalla vendetta degli austriaci andando in esilio sul Montello, dove non verrà mai rintracciato. Gli altri due imputati dell’omicidio, Domenico Giaj e Michele Garbizza, furono invece giustiziati dagli austriaci a Mantova nel gennaio 1852. E quindi, sottolinea Massimo De Luca, «potrebbe essere l’occasione per riproporre prossimamente il processo anche a Mantova». Da sottolineare che queste rappresentazioni teatrali, anche in tempi di imperante tecnologia, mantengono vivo il loro fascino, consentendo agli spettatori di incontrare dal vivo la storia. Alla fine del processo applausi per tutta la compagnia teatrale, composta da attori non professionisti che nella vita fanno tutt’altro. Il presidente De Luca ha detto che i processi a teatro sono più divertenti che nella realtà, anche perché, oltre ad appassionare il pubblico, finiscono con giudici, avvocati, testimoni e imputati che alla fine vanno a brindare tutti assieme, festeggiando lo spettacolo. Un plauso va fatto ad Alvise Tommaseo Ponzetta, discendente di Niccolò Tommaseo, che con passione si dedica da anni alla stesura di questi testi teatrali. Claudio Girardi
