Sicurezza sul lavoro: sciopero generale di Cgil e Uil con presidio in piazzale Gramsci
«Adesso basta» significa basta morti e infortuni sul lavoro. Davanti a una media nazionale di tre vittime al giorno, con un nuovo picco di incidenti raggiunto nel Mantovano all’inizio di quest’anno, la risposta di Cgi e Uil sarà il presidio in piazzale Gramsci organizzato per giovedì 11 aprile alle 16 in concomitanza con lo sciopero generale.
Secondo i dati Inail forniti dai sindacati, in provincia di Mantova nei primi due mesi dell'anno sono stati denunciati 790 infortuni sul lavoro contro i 774 dell'anno precedente. E quest'anno è già stato registrato anche un infortunio mortale. A livello regionale sono stati 18.386 gli infortuni denunciati nei primi due mesi del 2024 contro i 16.468 del 2023, quasi duemila in più. Gli incidenti mortali sono già 27 in regione contro i 19 del 2023. In provincia di Mantova sono in aumento anche le malattie professionali: 18 contro le 15 del 2023.
Lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per l'11 aprile prevede l'astensione dal lavoro di quattro ore in tutti i settori privati e di otto per edilizia, legno, laterizi, lapidei e cemento. A Mantova piazzale Gramsci ospita il monumento ai caduti sul lavoro: qui i segretari generali di Cgil, Daniele Soffiati, e Uil, Fabio Caparelli, deporranno una corona di fiori al termine della manifestazione.
«I dati del 2024 confermano un trend negativo e inaccettabile - dichiara Soffiati - il decreto presentato non risponde né alla richiesta di messa a punto di una strategia nazionale di prevenzione e protezione, né alla necessità di interventi urgenti per fermare le morti sul lavoro. Gli interventi che riteniamo necessari riguardano tutti i settori a partire dalla parità di trattamento economico e normativo negli appalti e sub appalti. Formazione per tutti, basta precarietà, regole stringenti per gli appalti, investimenti per gli ispettori e per la sanità di prevenzione, strumenti di controllo: tutte le nostre rivendicazioni non possono venire riassunte dalla cosiddetta patente per i cantieri edili inserita in un veicolo legislativo che si occupa di altro su cui esprimiamo un giudizio fortemente negativo».
«Non possiamo più tollerare che la questione dei morti sul lavoro venga relegata a semplice statistica - rimarca Caparelli - è tempo di passare dalle parole ai fatti. Non si tratta solo di migliorare le condizioni di lavoro, ma di costruire un futuro in cui il lavoro sia la regola e non l'eccezione. Se nell'edilizia allarma il numero dei morti per la piaga dei subabppalti a cascata, nei servizi preoccupano le malattie professionali, in continuo aumento. Anche nell'artigianato, negli enti locali e nel settore metalmeccanico le aziende devono iniziare a considerare la formazione sulla sicurezza non un costo ma un investimento».