L’ateneo di Padova intende aumentare i posti a disposizione a Feltre e pianificare il corso anche per i due successivi anni accademici
È l’unico master di primo livello, quello di Feltre che forma professionisti sanitari e non, alla prevenzione ed emergenza in territorio montano e d’alta quota, e attrae studenti da tutte le regioni di Italia.
L’Università degli Studi di Padova ha proposto il rinnovo dell’accordo per la realizzazione del Master anche per i due anni accademici successivi a quello 2023/2024, quindi per un altro triennio visto il gradimento per la piccola sede di Feltre che dipende dal Dipartimento di scienze cardio-toraco-vascolari dell’ateneo patavino. Lo si è visto all’atto dell’iscrizione: i posti disponibili sono 17 ma le preiscrizioni arrivavano a 20. Un dato in controtendenza rispetto ad altri corsi, come quello in scienze infermieristiche che invece ha più posti che candidati. Così dall’università di Padova, considerato il trend, potrebbe essere autorizzato un ampliamento della disponibilità alla frequenza per i prossimi anni accademici.
Il direttore del master Vincenzo Baldo che aveva presenziato in autunno di un anno fa alla cerimonia di completamento della settima edizione consegnando gli attestati ai 17 neodiplomati, si è detto disponibile ad allargare la platea dei candidati e a formare più professionisti che hanno interesse a svolgere una professione che non conosce limiti su quanto possa succedere anche a livello di catastrofi naturali. E possono iscriversi tutti i laureati delle professioni sanitarie; i laureati in ingegneria ambientale e civile, in psicologia. Il master unico nel suo genere attrae studenti non solo veneti ma anche di altre province.
Gli ultimi professionisti – tutti impegnati nel settore sanitario e la maggior parte nell’ambito dell’urgenza/emergenza – che hanno terminato la loro formazione provengono dalle province di Aosta, Lucca, Varese, Bologna, Udine, Gorizia, Trieste, Trento, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso, Rovigo e Belluno. Dal 2016 al 2023 si sono diplomati 91 studenti.
E come aveva confermatola direttrice sanitaria Maria Caterina De Marco nel suo indirizzo di saluto, «i professionisti acquisiscono competenze elevate per il soccorso in montagna o zone impervie. E si dimostra con i fatti, basti guardare all’andamento dell’ultimo periodo estivo, quanto siano necessari soccorsi mirati anche alla prevenzione degli incidenti».
L’idea del master di emergenza in alta quota era venuta nel 2016 all’allora direttore sanitario dell’ex Ulss di Feltre, Giovanni Pittoni. Si è rivelata una scelta azzeccata. E lungimirante.
«Grazie alla sensibilità e alla concretezza dell’Università di Padova si è offerta questa formazione peculiare agli studenti che vivono in montagna immaginando, in tempi ancora non sospetti, che si sarebbe evidenziata anche una carenza nel comparto sanitario, che si sarebbe agevolata anche la permanenza lavorativa sul territorio», dice l’ex direttore che non esclude di poter dare ancora qualche contributo sul potenziamento del master, rinforzato da personale aggiuntivo o strutturale in più, in virtù della sua recente elezione in seno al consiglio della Fondazione Cariverona.