Deleghe a tutti, anzi no. Giornata convulsa martedì 7 maggio a Palazzo Piloni, dove il presidente della Provincia Roberto Padrin ha deciso di accelerare la distribuzione delle deleghe ai nuovi consiglieri, dopo che la settimana scorsa aveva chiesto tempo fino al deposito delle liste per le elezioni comunali.
Una richiesta, quella, accolta da tutti e in particolare dal centrosinistra del gruppo Futura, che ha sempre detto di voler condizionare la sua partecipazione ad un confronto su sei temi che considera fondamentali. Dibattito che avrebbe dovuto tenersi il 30 aprile, poi spostato al 16 maggio, ma martedì, appunto, Padrin ha scelto di rompere gli indugi e distribuire le deleghe a tutti i consiglieri, a prescindere da quello che accadrà con gli ordini del giorno di Futura il 16 maggio.
La decisione è stata comunicata ai gruppi e ai partiti in mattinata e nel pomeriggio c’è stata la riunione con i consiglieri, alla quale non ha partecipato Simone Deola di Futura per altri impegni e Mario De Bon è arrivato un po’ in ritardo. La collega Sindi Manushi, quindi, era l’unica presente al momento dell’annuncio di Padrin e di conseguenza è toccato a lei spiegare che Futura rimane sulla stessa linea già annunciata: si discuterà dei temi il 16 e solo dopo l’esito di quel dibattito il centrosinistra deciderà o meno se accettare le deleghe o meno.
In sostanza, Futura ha rifiutato le deleghe assegnate da Padrin e in serata è arrivata la presa di posizione ufficiale del centrosinistra che, condannando duramente l’accelerazione, conferma la decisione di rispedire le deleghe al mittente, almeno fino al consiglio provinciale del 16.
«Non c’è nessun atto del presidente», ha precisato Padrin, «questa è la mia proposta e spero che tutti la possano accettare. Il 16 ci confronteremo sui temi e valuteremo se riusciamo a chiudere il cerchio, cosa che mi auguro. Il centrosinistra ha messo dei paletti ed è giusto parlarne, ma come ho sempre detto il mio obiettivo e la mia speranza è che si riesca ad amministrare tutti insieme».
Entrando nel merito della proposta del presidente Padrin, a Silvia Calligaro è stata affidata la vice presidenza, oltre alle deleghe a viabilità, infrastrutture, caccia e pesca, e agricoltura. A Massimo Bortoluzzi le deleghe a difesa del suolo, protezione civile, demanio idrico, mobilità e trasporti. A Simone Deola rimangono ambiente, rifiuti e Dolomiti Unesco, e a Mario De Bon i Fondi Comuni di confine. A Sindi Manushi è stata affidata la delega a cultura e minoranze linguistiche. A Matilde Vieceli bilancio, patrimonio e pari opportunità. A Marzo Sovilla le deleghe a edilizia scolastica, urbanistica e impianti a fune; a Vanessa De Francesch turismo, istruzione e innovazione; ad Alberto Peterle attività produttive, programmazione strategica unitaria, sviluppo transfrontaliero, rapporti con gli enti locali e residenzialità; a Donatella De Pellegrin welfare, volontariato e sociale, e formazione. Al presidente restano in capo personale, Polizia Provinciale, sport, attuazione della legge regionale 25/2014 e rapporti con la Regione del Veneto, Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e grandi eventi.
«La mia concezione è sempre stata quella di un governo unitario dell’ente: solo così ha senso la Provincia di secondo grado, uscita dalla riforma Delrio», conclude il presidente. «La Provincia ha sul banco tanti temi che necessitano dell’impegno e del lavoro dei consiglieri eletti, che sono chiamati a occuparsi delle varie questioni e li ringrazio per questo».