Sembra piacere quasi a tutti l’idea francese dell’obbligo del green pass e quindi del vaccino, con il ciclo completato, per accedere a bar, ristoranti e treni. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha detto: «Penso che noi saremo sicuramente favorevoli a una misura di questo genere». Lo stesso ha spiegato il presidente della regione Liguria: «Saremo pronti a farlo convintamente».
Il discorso del presidente francese Macron lunedì sera ha portato a una corsa al vaccino. Tutti a correre ai ripari perché arriverà in Francia l’obbligo di pass sanitario per entrare al ristorante o al bar e per prendere aerei o treni. In una sola serata ci sono state un milione di prenotazioni, quasi ventimila appuntamenti al minuto.
Macron ha cambiato la linea di comunicazione e condotta. Non più appelli ed esortazioni alle vaccinazioni per senso civico. Adesso ci sono strade obbligate. Senza il vaccino non si può entrare in bar e ristoranti, non si può prendere un treno e nemmeno un aereo. Il timore che la variante Delta possa portare un nuovo lockdown e nuovi danni all’economia non è sopportabile. «Non possiamo fare portare il peso dei disagi a chi ha avuto il senso civico di vaccinarsi» ha detto il presidente.
Le limitazioni, con questo provvedimento, pesano invece su quelli che non hanno fatto il vaccino. Non potranno andare in treno, al museo, al cinema, al ristorante e nei centri commerciali quelli che non sono vaccinati. In alternativa dovranno avere un test negativo, che non sarà più gratuito.
Ci sarà, in Francia, l’obbligo di vaccinazione per il personale medico e per chi lavora con le persone fragili. Dal 15 settembre niente stipendio per chi, in queste categorie, non si sarà vaccinato. Il presidente ha però ribadito che non c’è un obbligo generalizzato di vaccinazione. Almeno non c’è per ora. Già ora l’opposizione parla di «apartheid nel Paese dei diritti dell’uomo».
Quella francese è la presa di posizione più radicale che nasce da appena un 52% della popolazione che ha ricevuto la prima dose. Obblighi simili ci sono in Danimarca e in Austria. Sono poi molti altri gli incentivi tentati, dai premi per le vaccinazioni, in denaro e in cibo, alla lotteria collegata al completamento del ciclo vaccinale. C’è ha tentato anche l’altra via, premiere i medici che convincono i pazienti a vaccinarsi. La Regione Piemonte propone 2 euro per ogni assistito se il medico avrà coperto il 90% dei suoi pazienti, 1,50 euro tra l’87 e il 90% e 50 centesimi tra il 75 e l’87%. L’Emilia-Romagna punta sui pediatri: avranno un premio di risultato quelli che riusciranno a far vaccinare almeno il 70% degli assistiti.