Da ragazzino, nella provincia di Cuneo, lo chiamavo il «tribula», che in dialetto piemontese identifica una persona turbolenta, mai quieta, capace di superare gli ostacoli grazie al suo temperamento. Profilo quasi perfetto di Flavio Briatore, che infatti – ancora giovanotto – mise il suo storico nomignolo sull’insegna del suo primo ristorante. Prima di scappare, appunto, da quelle montagne che – per sua stessa ammissione – «ha sempre sentito strette».
Lo start di una vita movimentata che, con la gestione di locali e resort, continua ancora oggi, con 70 candeline sulla torta. Visto il coincidere del compleanno con la Pasqua, non è dato sapere se avesse in mente una cena di lusso o un party da urlo, di sicuro però l’emergenza coronavirus lo «costringe» all’isolamento domiciliare nella sua casa di Montecarlo, dove a fargli compagnia ci sono suo figlio Nathan Falco (10) e l’ex moglie Elisabetta Gregoraci.
«Un traguardo importante? In verità è uno di quelli che non vorresti tagliare», ha dichiarato al Corriere della Sera. «Se mi dicessero che c’è una strada per scartarlo la prenderei subito». D’altronde Briatore di traguardi se ne intende: è alla Formula 1 infatti che deve il suo exploit. Grazie all’amicizia con Luciano Benetton, dopo aver aperto alcuni franchising, viene coinvolto nell’attività della scuderia automobilistica della famiglia trevigiana.
Sette mondiali vinti tra Benetton e Renault, investendo sul talento di Michael Schumacher e Fernando Alonso: «Mi manca gestire un team, avere continue decisioni da prendere», ha aggiunto, «è una sfida costante». Che è proseguita comunque alla guida di locali e resort sparsi per il mondo, con anche una breve parentesi televisiva come protagonista del programma «The Apprentice», su Cielo. Oggi, in quarantena, tra una videocall e l’altra, scala la marcia.
«Sto molto più tempo con mio figlio, me lo godo». Compleanno in famiglia.