Dopo la grande paura di ieri, causata da violente esplosioni che hanno provocato la morte di un escursionista e due feriti, la situazione sull’isola di Stromboli sta tornando lentamente alla normalità, anche se una normalità quasi «surreale».
Il vulcano, continuamente monitorato, al momento fa registrare parametri regolari. Ma ci sono stati nuovi incendi, che vedono i canadair dei Vigli del Fuoco impegnati da ore, a spegnere anche gli ultimi fuochi. La situazione, qui sul posto, è tranquilla, ma l’isola si è come spopolata, e si vive un’atmosfera quasi «sospesa»: anche le barche che stavano ancorato al largo dell’isola sono andate via. Rimane solo una piccola nave di trasporto merci che è stata obbligata a fermarsi in porto, qualora ci fosse bisogno di una evacuazione.
L’emergenza parrebbe comunque finita, e i residenti, soprattutto ristoratori e albergatori, cercano di tranquillizzare tutti dopo che molti turisti hanno lasciato l’isola a bordo di traghetti e aliscafi.
La zona più colpita rimane la frazione di Ginostra, dove non è consentito l’accesso. È qui che è stato trovato ieri il cadavere dell’escursionista 35enne, rimasto probabilmente intrappolato dalle fiamme e stordito dal fumo.
L’esplosione è avvenuta mercoledì 3 luglio alle 16.45 e poteva avere conseguenze molto più gravi, visto che alle 17 sarebbero partite le escursioni sul vulcano. Secondo l’Ingv, le due esplosioni che hanno scosso lo Stromboli «sono state tra le più forti mai registrate da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, cioè dal 1985».