“Il mio ricordo di Vujadin Boskov è quello di un allenatore di grande qualità, come testimoniano i risultati, ma soprattutto di una persona di grande spessore per la capacità di comunicare, di trasferire insieme alla dimensione del divertimento e dell'impegno anche quella del rispetto”: sono le parole del presidente della Figc Giancarlo Abete, in ricordo di Vujadin Boskov, ex allenatore di tanti club tra cui Roma e Sampdoria, scomparso ieri.
“Una persona - aggiunge Abete - che ha anche trasversalmente rappresentato una
dimensione di qualità e simpatia. Quindi un ricordo molto forte che rimane sempre vivo. Fermo restando che ha legato la sua attività a diversi club, ma anche a un periodo in cui a certi livelli era più facile arrivare a risultati prima che ci fosse
l'esplosione dei diritti televisivi, la sentenza Bosman e quindi la maggiore difficoltà dei soggetti più piccoli di competere rispetto a dei colossi. Con lui muore un pezzo del calcio italiano, che non è solo degli italiani, ma un calcio di grandi soggetti che trovano nell'Italia la possibilità di esprimere i loro valori professionali e umani. La simpatia, il rimpianto, l'affetto con cui Boskov è ricordato, sta a testimoniare quanto
noi siamo capaci di integrare nel senso migliore del termine, a prescindere dal fatto che se ne sia andato un allenatore nato in Italia o a Novi Sad, come nel caso di Boskov. Lui di fatto era diventato italiano a tutti gli effetti”.
In Italia Boskov ha allenato diversi club, ma il suo nome è legato soprattutto allo scudetto conquistato dalla Sampdoria nel 1991, un periodo, tra la seconda metà degli anni ottanta e i primi anni novanta, che ha costituito uno storico ciclo di esperienze e vittorie per la squadra. Da allenatore riuscì a raggiungere due volte la finale di Coppa dei Campioni, con il Real Madrid (1981) e dieci anni dopo con la Sampdoria (1992) venendo sconfitto in entrambe le occasioni per 1-0 (dal Liverpool e dal Barcellona).
La scorsa settimana il mondo del calcio aveva perso un altro dei suoi protagonisti, l’ex tecnico del Barcellona Tito Vilanova morto a 45 anni dopo aver lottato a lungo contro un male incurabile. Un minuto di silenzio per ricordare Tito Vilanova e Vujadin Boskov è stato deciso dalla Uefa in occasione delle gare di semifinale di Champions League Bayern Monaco-Real Madrid e Chelsea-Atletico Madrid in programma domani e mercoledì. Dopo un breve comunicato letto nella lingua delle squadre, sugli schermi degli stadi scorrerà un montaggio con le immagini dei due tecnici: le squadre saranno libere di indossare la fascia nera al braccio.