foto da Quotidiani locali
UDINE. «Ciò che mi spinge allo studio e alla lettura è la curiosità: so di non sapere, allo stesso tempo so di poter sapere, parafrasando Socrate».
È questa la molla che rende brillante e attiva la mente di Tommaso Molella, 19 anni, studente del liceo classico Stellini, residente a Tricesimo, vincitore del primo premio nazionale – indirizzo liceale, sezione triennio – delle Olimpiadi di Italiano promosse dal Miur.
Il suo cavallo di battaglia è Dante, che cita spesso anche nei suoi post, assieme ai grandi autori latini come Orazio e Ovidio. Non solo letteratura: Tommaso ama l’arte, soprattutto quella rinascimentale. Di Michelangelo insegue le opere in giro per l’Italia, in primis Firenze, dove il pittore e scultore ha lasciato ineguagliate tracce.
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Alle Olimpiadi Molella è giunto tramite la scuola, che da sempre valorizza i suoi studenti. Negli scorsi anni con un gruppo interclasse Molella ha partecipato al concorso “Che Storia! Narrazioni di confine” promosso dall’Accademia dell’Arcadia, ottenendo la segnalazione del racconto. Di un suo elaborato a tema longobardo ha dato pubblica lettura nel Monastero di Santa Maria in Valle a Cividale.
Così colto e preparato da aprire dibattiti in classe con i docenti?
«No no, io rispetto molto i ruoli e l’autorità. Ho professori bravi a cui devo molto, sin dalla scuola media, anzi dalle elementari, periodo in cui mi sono avvicinato alla lettura frequentando la biblioteca. Da allora ho sempre letto tanto: il genere che prediligo è il poliziesco, adoro Camilleri. Poi sono passato ai classici della letteratura, perlopiù italiani (quelli stranieri andrebbero letti in lingua originale). Preferisco le opere celebri del passato piuttosto che la narrativa contemporanea: mi affascina moltissimo la Divina Commedia, grazie alla professoressa Antonella Rotolo, che ci ha permesso, con passione e precisione, di comprendere un testo lontano, e dunque da contestualizzare, ma al contempo dall’attualità sorprendente! Lo scorso anno io e un mio compagno abbiamo organizzato una lettura di canti per il “Dantedì” interna alla scuola, e in estate ho partecipato alla lettura perpetua della Divina Commedia a Ravenna, che si svolge quotidianamente di fronte alla tomba di Dante».
Greco: “scoglio” o scoperta?
«In terza media ero indeciso tra classico e scientifico, poi allo stage mi colpì una lezione di greco. Cerco di leggere almeno un libro al mese, tra romanzi e saggi. Scrivo sempre volentieri, ma su tracce proposte e in contesto scolastico. Partecipo sempre volentieri alle competizioni: essendo curioso di natura, quando si è presentata l’occasione delle Olimpiadi l’ho ritenuta un’opportunità per mettermi alla prova. Ringrazio per il supporto la scuola, la mia famiglia e i nonni, che mi sono sempre vicini».
Mantenere una media alta a scuola costerà fatica e tempo…
«Certo, allo Stellini l’impegno innegabilmente c’è, però è ripagato. Non è uno studio totalizzante, permette di coltivare altre passioni e di avere una vita sociale. Infatti gioco a calcio nella Reanese e sono interessato a vari sport, vado spesso in montagna. Assisto volentieri a spettacoli teatrali e visito città d’arte. In materia di film e musica non sono particolarmente ferrato, seguo soltanto le tendenze del momento».
Perché è così importante studiare?
«Sono convinto che per qualsiasi carriera si voglia intraprendere una base umanistica sia fondamentale per sviluppare competenze, anche nell’educazione civica, nel più senso più ampio del termine. Soprattutto il pensiero greco e latino ci porta a una maggiore consapevolezza e una migliore comprensione del mondo».
Eliminare i giudizi per passare a una didattica sperimentale senza voti: che ne pensi?
«La valutazione a scuola è importante, confrontarsi con i compagni serve a capire il proprio livello; se non ci sono verifiche non si è consapevoli del livello raggiunto. Una restituzione del lavoro tramite voti serve sempre, il giudizio è un criterio universale. Direi quindi che la mia impostazione resta tradizionale».
Domanda d’obbligo: che cosa farai da grande?
«Mi iscriverò a Giurisprudenza, possibilmente alla Sant’Anna di Pisa. Le scuole universitarie superiori hanno una marcia in più. Il lavoro per ora top secret».