Nuova bufera sul centrosinistra, dopo gli scandali di Bari e di Torino. Il sindaco dimissionario di Avellino Gianluca Festa, ex Pd poi sostenuto da liste civiche ambientaliste e di sinistra, è da oggi agli arresti domiciliari con ipotesi gravissime. La procura gli contesta i reati di associazione a delinquere finalizzata a contro reati contro la […]
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Nuova bufera sul centrosinistra, dopo gli scandali di Bari e di Torino. Il sindaco dimissionario di Avellino Gianluca Festa, ex Pd poi sostenuto da liste civiche ambientaliste e di sinistra, è da oggi agli arresti domiciliari con ipotesi gravissime. La procura gli contesta i reati di associazione a delinquere finalizzata a contro reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, falso, depistaggio, rivelazione di segreti, peculato e induzione indebita a dare e promettere utilità. Oltre a Festa, agli arresti anche Fabio Guerriero, titolare di uno studio di architettura e fratello del consigliere comunale Diego Guerrero e la dirigente comunale Filomena Smiraglia. Con loro tre è indagata anche la vicesindaca Laura Nargi, un altro dirigente comunale, i fratelli Canonico, presidente e commercialista della DelFes, squadra di basket serie B, riconducibile a Festa. Il sindaco, che fino al 2021 aveva partecipato al congresso provinciale del Pd come iscritto, nonostante la sua affiliazione a liste civiche, nel febbraio 2022, insieme a 17 consiglieri comunali di maggioranza, era stato espulso dal Partito Democratico. Questione morale? No, perché aderente a un gruppo consiliare diverso da quello del partito…
Secondo gli investigatori avrebbe ottenuto sponsorizzazioni da imprese assegnatarie di appalti e affidamenti dal comune di Avellino. Il sindaco si è dimesso il 26 marzo scorso. Festa, 50 anni, si era dimesso dopo una perquisizione a casa e in ufficio. Quando ha dato l’annuncio ha anche fatto sapere che con i reati che la procura gli contestava c’entrava proprio la pallacanestro. Il club Scandone, fondato nel 1948 e per 20 anni in Serie A, era fallito. Lo stesso ex sindaco aveva giocato nella squadra nel 1995. Festa aveva versato 20 mila euro di tasca propria per garantire l’iscrizione al campionato di serie B. «Non c’è niente perché non c’è mai stato niente e anche dalle perquisizioni non è emerso nulla. Chi pensava che questa fosse una bomba si è ritrovato in mano una miccetta. E se qualcuno pensava di poter condurre con questi argomenti la campagna elettorale che si avvicina, ha sbagliato. Perché noi siamo persone perbene e aspetteremo l’esito delle indagini. Che non porteranno a nulla», aveva detto Festa dopo le perquisizioni. Ma qualcosa, evidentemente, c’era.
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