SACILE. Palcoscenico listato a lutto per il Piccolo teatro di Sacile: nella serata di sabato 21 gennaio, al Ruffo dedicherà lo show a Isidoro Buffo, decano della compagnia che si è spento a 100 anni. «Isidoro Buffo aveva festeggiato il secolo pochi mesi fa – ricorda Chiara Mutton, presidente del Piccolo teatro –, questa sera lo spettacolo “Il Molière” di Goldoni, alle 21, al Ruffo aprirà la rassegna con una dedica speciale alla memoria del nostro “Dori, dal palcoscenico dove, molte volte, è stato applaudito dal pubblico».
Un ricordo tra gli applausi nella prima serata di Scenario 2023. Il socio onorario del Piccolo teatro viveva a Topaligo con la moglia Franca Marisa e per un ventennio aveva calcato le scene, dopo il debutto a circa settant’anni. «Sotto la guida di Fulvio Picco in uno dei cavalli di battaglia del teatro italiano “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello – rievoca Mutton –, il nostro “Dori” aveva debuttato al Ruffo nel dicembre del 1990. Come degna “spalla”, nel ruolo dell’Avventore, di Claudio Mocci, nei panni del personaggio che dà titolo alla pièce».
La memoria prodigiosa di Buffo, la precisione e l’indubbio estro artistico sotto i riflettori gli fecero guadagnare altri ruoli sulla scena, nelle due successive produzioni tratte dal repertorio dialettale veneto: “La festa del bòcolo” di Attilio Schiavoni (1992) e il grande classico “I balconi sul canalazzo” (1994), una commedia che si ricorda ancora tra le più divertenti tra quelle proposte dal Piccolo teatro. «Il nostro “Dori” vestiva i panni dell’ingenuo prete di campagna don Alessio – aggiunge Mutton – che arrivava a Venezia per un congresso di alti prelati, ospite di una famiglia di parvenu, dove finiva per gettare scompiglio, con esiti comici».
Tanti sono gli aneddoti della troupe al Ruffo. «Una volta andammo a recitare d’estate all’aperto e proprio nella scena madre del monologo di don Alessio, mentre era solo su palco, un quadro si staccò dalla parete, andando a colpire un vaso, che cadde a terra frantumandosi in mille pezzi – ricorda il gruppo del Piccolo teatro –. “Dori” non perse per un attimo la concentrazione, inventandosi una battuta e strappò una risata al pubblico. Ci riuscì così bene che un gruppo di signore, a fine spettacolo, andò a complimentarsi con lui, chiedendo come riuscivamo ogni sera a far cadere il quadro esattamente in quel punto del copione. Davvero esilarante”.
Nel suo repertorio scenico anche personaggi della commovente “Piccola Città” di Thornton Wilder, negli atti unici dialettali “Santa Rosa-La bela combatuta” di Paoletti e in “Amor in paruca” di Gallina, nel vaudeville “Le sorprese del divorzio” e in alcuni eventi speciali come la messa in scena dei “Ricordi” di Polidoro Del Ben.
Un altro personaggio “ritagliato” sulla sua verve è stato il “paron Toni” delle “Baruffe chiozzotte”, applaudite in oltre 90 repliche.
L’ultimo saluto a “Dori” si celebrerà lunedì 23 gennaio, in Duomo alle 15, preceduto dal rosario alle 14.30. —
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