foto da Quotidiani locali
TRIESTE. Un Oscar e otto Tony Awards. “Once-Una volta nella vita”, storia di un ragazzo e una ragazza ambientata a Dublino, scritta e diretta da John Carney per il grande schermo nel 2007, approdata a teatro nel 2011, è stata da subito un successo.
Le musiche scritte da Glen Hansard e Markéta Irglova, insieme alla vicenda di un ragazzo che canta per le strade del centro dove per puro caso incontra una giovane immigrata dalla Repubblica Ceca, che è a sua volta una musicista e insieme scrivono e registrano delle canzoni in una sola settimana, sono gli ingredienti perfetti di un musical che vince e convince.
Martedì 6 dicembre, per una sola sera, lo spettacolo sarà in scena al Rossetti, prodotto, per l’Italia, dalla Compagnia della Rancia con Luca Gaudiano e Jessica Lorusso nei panni di “Ragazzo” e “Ragazza”.
Gaudiano, che effetto fa tornare a Trieste dove è stato applaudito in “American Idiot”?
«Sono molto felice di tornare in una città e in un teatro dei quali ho un bellissimo ricordo con uno spettacolo che amo».
Come ha costruito “Ragazzo”, un personaggio pieno di sfaccettature?
«”Once” è probabilmente la storia d’amore più vera che è stata mai raccontata a livello drammaturgico. Un amore disinteressato, inteso come il bene dell’altro. “Ragazzo” ama la musica ma si adatta alla vita di ogni giorno, lavorando con il padre. Io sono una persona solare, e ho dovuto cercare la parte più graffiata di me per dargli vita. Entrambi siamo due cantautori, tutti e due abbiamo perso un genitore».
La musica dal vivo viene suonata da voi performer per questo spettacolo.
«Nel 2019 la compagnia ha indetto un bando per artisti che sapessero anche suonare. Ho subito capito che l’idea era di fare questo titolo e mi sono stupito quando ho visto quanti colleghi sono anche musicisti. Non era scontato che in Italia fosse facile trovare così tanti artisti in grado di fare tutto».
In questa storia si parla di immigrati che arrivano dai paesi dell’Est, offrendo un punto di vista molto interessante al pubblico.
«Quando è nato il film c’era in corso una grande migrazione dai paesi dell’est Europeo verso il nord europa. Tra loro c’era Markéta Irglova che così ha conosciuto Hansard. “Once” racconta con estrema normalità delle situazioni di accoglienza disinteressata, che sembra scontata ma che non lo era così tanto allora. La musica diventa lo snodo per dare vita a una commistione di razze e di anime e mostra il mondo senza sovrastrutture, indicando che le cose importanti sono altre».
Lei ha vinto Sanremo Giovani nel 2021 con “Polvere da sparo”.
«È stato un momento particolare, con una canzone che parlava di mio padre. Lì ho capito quanto sia importante che dietro una canzone ci sia una storia vera, che si debba scrivere con la voglia di guarire qualcosa dentro di sé. La mia storia è diventata quella di molti altri, la mia vittoria è stata collettiva».
Com’è affrontare una partitura pop folk?
«Hansard si divincola dalla produzione più “computeristica” che si trova nei musical di questi ultimi tempi e usa invece strumenti veri e questo si confà maggiormente alla mia personalità. Penso inoltre che per portare in scena al meglio le sue canzoni sia preferibile, come è accaduto per me e in west end, usare un cantautore».