L’unica speranza è che sia una sberla salutare, un ceffone (sportivo e di risultato) da ricordare per imparare dagli errori commessi. In termini numerici la sconfitta di TvB in terra salernitana, nel palasport intitolato alla memoria di quel Massimo Mangano che regalò una promozione all’altra Treviso dei canestri, è un disastro. Non solo per il divario che, in ottica doppio confronto, premia una diretta rivale per la salvezza quale la Givova.
I problemi sono tanti e richiederebbero troppi interventi per essere risolti tutti in un colpo solo. Da dove cominciare? Intanto il 41-28 di punteggio nella ripresa evidenzia difficoltà evidenti nelle scelte offensive, acuite da quei 28 tiri da 3 (contri i 26 da 2) che confermano uno sbilanciamento del gioco sul perimetro tollerabile solo in presenza di altissime percentuali – stile Benetton di D’Antoni. Invece così non è, se si pensa che delle dieci triple a bersaglio solamente tre sono arrivate nel secondo tempo, peraltro tutte di Banks ed in pieno garbage time finale.
Ma ci sono anche altre criticità, a cominciare da una difesa che funziona solamente con soluzioni tattiche particolari, ad esempio con la zona o la match-up del secondo quarto, accorgimenti che consentono alla Nutribullet di creare un’illusione, quella di una partita vera tra due squadre alla disperata ricerca di vittorie stante la preoccupante situazione di classifica.
Ed è ancor più inspiegabile l’abulia completa di alcuni giocatori che paiono vagare sui due lati del campo: Cooke se non vola al ferro si dimentica il proprio uomo in retroguardia, Banks cambia più volte senza incidere, Iroegbu è un fantasma, Jantunen limitato dalla maschera protettiva è praticamente assente, Jurkatamm si impegna ma commette troppi falli e sparisce. E poi c’è Sokolowski che – ormai è evidente – soffre di problemi di concentrazione forse dovuti alla voglia di migrare verso altri lidi: palle perse a ripetizione, liberi sbagliati, posizione difensiva rivedibile al punto da farsi uccellare in penetrazione da uno come David Logan che pure conosce benissimo e che, alla soglia delle quaranta primavere, è in forma smagliante.
Al contrario dei suoi ex compagni, il Professore si ricorda benissimo come si fa canestro e come si imposta un’azione offensiva. E lo mette in chiaro sin dall’inizio, alla sua maniera: bombe, iniziative in entrata, recuperi, assist di cui beneficiano tanti compagni. Da quel Pinkins che pure fu sul taccuino di TvB un paio d’estati fa (e che chiude con un 16+8 che fa malissimo) ad un Doron Lamb che gioca con la valigia in mano stante il prossimo arrivo al suo posto di Stan Okoye, piovono triple nel canestro di Treviso lungo tutti i quaranta minuti.
La grandinata poi diventa insostenibile tra terzo ed ultimo quarto, quando la confusione regna sovrana tra le fila trevigiane mentre Scafati può permettersi il lusso di aspettare Trevor Thompson che proprio a cavallo dell’ultima sosta ingrana le marce alte ed affonda a ripetizione le mani nel ferro. Il -20 (85-65) di Pinkins è mitigato appena dai già citati canestri di Banks, perdente nel duello diretto col suo connazionale e predecessore che, incurante dell’età, continua ad essere un manuale di pallacanestro.
Ed allora scattano altri interrogativi: era davvero necessario nel 2021 dare il benservito a Logan per prendere al suo posto guardie inconsistenti come Dimsa o incostanti come Banks? E la scelta del 6+6 doveva comportare la scelta di stranieri così inefficaci come Iroegbu, Jantunen e Cooke? Mentre si cercano risposte, TvB è ultima. E domenica al Palaverde nel derby contro Verona rischia di sprofondare ancor di più.
