foto da Quotidiani locali
PORDENONE. «Santità, si ricordi della missione di Chipene». La risposta è stata uno sguardo intenso.
Don Loris Vignandel, 45 anni, missionario fidei donum della diocesi di Concordia-Pordenone scampato all’attentato dove ha perso la vita una suora originaria di Vittorio Veneto, è stato ricevuto dal Papa al termine dell’udienza in piazza San Pietro.
L’occasione è stata la partecipazione della Comunità vocazionale del seminario di Pordenone all’udienza del mercoledì assieme al vescovo Giuseppe Pellegrini. Il presule, al termine dell’udienza, è salito a porgere il saluto personale a Papa Francesco il quale, successivamente, ha salutato i ragazzi pordenonesi, gli accompagnatori e, appunto, don Loris Vignandel con la nipote.
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Papa Francesco era stato informato della presenza del missionario rientrato dal Mozambico dopo il sanguinoso attentato di settembre nella missione diocesana. «Ci siamo scambiati uno sguardo, ci siamo guardati negli occhi. Poi gli ho chiesto di ricordare la missione di Chipene e il Mozambico».
Papa Francesco, che don Loris aveva già incontrato quando era assistente diocesano di Azione cattolica, ha poi donato un rosario a ciascuno dei partecipanti.
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«È stato un appuntamento molto intenso e toccante», commenta il sacerdote che in questo periodo risiede a Cusano e aiuta nelle parrocchie circostanti, da Zoppola a Poincicco, da Murlis a Ovoledo. Con quello pordenonese c’era anche un gruppo di Odessa: «Rinnovo il mio invito alla preghiera per la martoriata Ucraina – aveva detto Papa Francesco –: chiediamo al Signore la pace per questa gente così tribolata e che soffre tanta crudeltà, tanta crudeltà da parte dei mercenari che fanno la guerra».
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Parole che hanno fatto tornare don Loris a quella notte tra il 6 e 7 settembre, quando a Chipene, con don Lorenzo Barro e una comunità di suore comboniane, la loro missione fu presa d’assalto da un gruppo di ribelli di matrice jihadista.
Durante l’attacco suor Maria De Coppi, originaria della diocesi di Vittorio Veneto, è stata uccisa, le altre suore sono riuscite a nascondersi nella foresta. I due sacerdoti diocesani, invece, erano chiusi nelle loro stanze mentre i ribelli davano fuoco a tutta la casa e sono stati risparmiati.