foto da Quotidiani locali
«Serve un dispositivo che consenta di cedere i crediti fiscali determinati dai superbonus a una società statale oppure di trasformarli in Bot». A poche ore dallo stop decretato da Poste italiane all’acquisizione di nuove pratiche di tutti i bonus edilizi, compresi i superbonnus del 110%, il presidente regionale dell’Ance, Roberto Contessi, rilancia la proposta già avanzata al Governo per uscire dall’impasse e garantire il proseguo dei lavori in un contesto in cui molte imprese, con i crediti invendibili, rischiano il definitivo fermo dei cantieri.
Finora – il dato si riferisce al 31 ottobre – in Friuli Venezia Giulia – sono state accolte 8.176 asseverazioni: gli investimenti ammessi in detrazione ammontano a 1.100.834.583 euro, ovvero 95 milioni 684 mila 860 euro in più rispetto alla fine di settembre. I lavori già conclusi e ammessi in detrazione valgono 819 milioni 181 mila 7 euro. Si tratta di 599 condomini, 5.317 edifici unifamiliari e 2.260 case indipendenti. Proprio perché l’interesse c’è, il fatto che Poste italiane non accetti più nuove pratiche blocca nuovamente il meccanismo. Nel 74,4 per cento dei casi i cantieri sono in corso.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:12226554]]
Lo stop di Poste
Poste, in effetti, assieme a banca Intesa, era rimasta uno dei pochi istituti ad accettare la cessione dei crediti e da un giorno all’altro ha fatto marcia indietro. Il motivo non è stato chiarito, a chi ha provato a chiedere spiegazioni è stato risposto: «Non rilasciamo dichiarazioni sull’argomento». Non è escluso che Poste abbia valutato le difficoltà che possono verificarsi nella cessione dei crediti a seguito dell’estensione delle responsabilità imposta dalla Corte di Cassazione fino all’ultimo anello della catena nel caso in cui il credito non risulti in regola. Di fronte a questi rischi molti possibili acquirenti dei crediti fiscali hanno preferito rallentare. Lo stesso ha fatto la maggior parte degli istituti bancari dopo aver esaurito i plafond. Al momento c’è solo banca Intesa che continua ad accettare nuove pratiche.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:12218538]]
I costruttori
«Serve un dispositivo che metta fine a questa situazione» insiste Contessi, secondo il quale il Governo potrebbe decidere di far acquistare i crediti accumulati finora da una società a partecipazione statale. «Molte imprese dopo aver applicato lo sconto in fattura, hanno i soldi nel cassetto ma non riescono a monetizzarli» sottolinea il presidente di Ance non senza chiarire che la soluzione non può essere la riduzione degli importi detraibili al 90 per cento. «Se questa sarà la strada – ribadisce Contessi – si bloccherà tutto di nuovo».
I commercialisti
Preoccupata per le possibili conseguenze dello stop deciso a poco più di un mese dalla fine dell’anno, è anche la presidente dell’Ordine dei commercialisti di Udine, Micaela Sette: «La decisione di Poste di bloccare l’acquisizione di nuove pratiche ci riporta alla storia precedente con gli utenti e i soggetti che fanno queste pratiche alla disperata ricerca di enti che prendano i crediti». Sette fa notare che «in Italia c’è il brutto vizio di cambiare le carte in tavola a fine anno per far impazzire i sistemi».