TRIESTE Ogni anno in Friuli Venezia Giulia 4.100 donne si ammalano di tumore al seno, la neoplasia più diagnosticata (il 30% delle patologie oncologiche) nella popolazione femminile. A spaventare è tra l’altro l'incidenza nelle persone giovani, tra i 30 e i 35 anni, con una mortalità che in quella fascia si avvicina al 50 per cento. A livello nazionale le persone colpite sono invece 55 mila, con una previsione di incremento nel 2022 attorno ai 5mila casi causa la pandemia che ha ingolfato la macchina dei controlli.
Proprio gli screening - con il Fvg che, oltre a percentuali di guarigione più alte, evidenzia ritardi più contenuti rispetto ad altre regioni - sono lo scudo contro la malattia. Tanto più, è emerso in un incontro con la stampa della Lega italiana per la lotta contro i tumori ieri in Regione a Udine, dopo che l’amministrazione Fvg da inizio 2021 ha deciso di anticipare lo screening mammografico, accessibile ora a partire dai 45 anni e non più solo dai 50. Una misura che ha ampliato la platea interessata di quasi 48mila donne.
«Come Regione avevamo assunto un impegno - ha ricordato il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, durante la conferenza stampa nella sede di via Sabbadini in occasione dell’Ottobre rosa, il tradizionale mese della prevenzione organizzato da Lilt -. Sono contento che questo risultato, per il quale mi ero impegnato personalmente parlandone con il vice Riccardo Riccardi e il presidente Massimiliano Fedriga, sia stato centrato. E sono convinto che i maggiori costi legati all'attività di prevenzione saranno ampiamente compensati dai risultati, in termini di salute per le donne, ma anche di costi successivi per il sistema sanitario regionale».
Il presidente della Lilt Udine Arpino ha quindi spiegato le ragioni della sollecitazione alla Regione sull’abbassamento dell’età dei controlli partita proprio dall’associazione: «I medici si sono accorti che nelle donne tra i 45 e i 50 anni le positività attese erano molto più alte di quel che si pensasse. Tanto che come Lilt stiamo per avviare uno studio epidemiologico per mettere a fuoco proprio quella fascia di età. Siamo in ogni caso convinti che curare dopo costi sempre di più rispetto a una diagnosi tempestiva, che permette alle donne di guarire nel 90% dei casi».
Quella dei giovani è la nuova frontiera della lotta, viste le percentuali più basse di guarigione. Di qui la ribadita raccomandazione a tutte le donne di aderire agli screening e di imparare la pratica dell'auto-palpazione, primo step di prevenzione come è stato sottolineato da Pierpaolo Ianes, consigliere Lilt e coordinatore del progetto-scuole avviato in Friuli da ormai più di 15 anni. Del resto, se la media di guarigione dal tumore al seno in Italia è del 67 per cento e in Friuli dell'88, significa che l'attività delle centinaia di volontari - equivalente in termini economici a 400-500mila euro di risparmio per la sanità pubblica, come ha ricordato lo stesso presidente Arpino - consente di intercettare numerose situazioni. L'impegno del Consiglio regionale a supporto della Lilt e sul tema della prevenzione è stato premiato con un riconoscimento consegnato al presidente Zanin. —
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