foto da Quotidiani locali
Luca Sut non ce la fa. Il parlamentare uscente del Movimento 5 stelle non entra alla Camera, ma da oggi ha un compito non meno importante, nelle vesti di coordinatore regionale: radicare il movimento a livello territoriale in vista degli appuntamenti elettorali per il rinnovo della Regione e di alcuni Comuni importanti, come Udine e Sacile.
Rispetto alle regionali, «non vedo possibilità di alleanze con il Pd». E alle comunali, «se il regolamento lo consentirà, vorrei non disperdere la competenza dei consiglieri regionali che stanno concludendo il secondo mandato», ovvero Sergo, Ussai e Del Zovo.
Sut, a livello nazionale avete tenuto, a livello regionale si aspettava di più?
«A livello nazionale eravamo dati per morti fino a poco tempo fa quindi giudico più che positivo il dato del 15%: avremo un buon numero di parlamentari eletti per fare una buona opposizione. A livello regionale eravamo dati al 7% e quel dato lo abbiamo raggiunto. A nord facciamo più fatica».
Come si conquista credibilità al nord?
«Nel mio mandato ho cercato di parlare soprattutto alle imprese. Penso al superbonus, ma nel programma prevediamo anche l’abolizione dell’Irap e altre misure portate avanti dal ministro Patuanelli. Non siamo solo il partito del reddito di cittadinanza, anche se in Fvg quasi 15 mila persone lo percepiscono».
Da dove ripartirà come coordinatore regionale?
«Dal radicamento a partire dai comuni. Stiamo registrando nuovi iscritti e questo è un incoraggiamento. Il prossimo anno si vota per Comuni importanti. Mi piacerebbe sfruttare l’esperienza di chi termina il secondo mandato, penso ai nostri consiglieri regionali: tre su quattro sono al termine della legislatura.
Questo, che può sembrare un percorso a ritroso rispetto ai partiti, può concretizzarsi dopo i necessari passaggi per cambiare il regolamento».
Il voto archivia Di Maio?
«Direi proprio di sì e se vogliamo fare una battuta possiamo dire che rispetterà il limite dei due mandati. Al di là di tutto credo che il voto abbia dimostrato che la scelta di Di Maio sia stata sbagliata e che la sua uscita ci ha ricompattati».
La decisione di Conte, mai più col Pd, invece vi ha premiato?
«Il governo Conte 2 è stato vissuto male da diversi attivisti che si erano allontanati, per cui sicuramente ci ha giovato. Vedremo quanto durerà la legislatura, comunque credo che il ruolo del movimento sia stare all’opposizione. E credo che Conte dovrà essere il nostro leader, non fare alleanze subalterne».
Questo varrà anche per le regionali? È tramontata davvero la possibiltà di alleanza con il centrosinistra?
«Come ha detto il presidente Conte, con il Pd di Letta non abbiamo nulla da spartire. Se poi pensiamo che a livello regionale il segretario Shaurli è uscito contro di noi prima che lo facesse Letta, credo che ci sia anche da parte loro la volontà di non fare alleanze.
Noi comunque siamo aperti a dialogare con il civismo anche a livello regionale. Vedremo cosa nascerà, non vogliamo chiudere la porta a nessuno».
Pensa al mondo autonomista?
«Perchè no. Il dialogo, anche a livello di consiglio regionale c’è, ma a oggi non c’è stata interlocuzione sul futuro».
Su quali temi imposterete la campagna elettorale per Trieste?
«Subito dai temi a noi cari quali l’energia e l’ambiente e poi la sanità, materia in cui abbiamo visto quale sia stato l’operato di Fedriga e del centrodestra».