Quando l’annuncio di Putin della mobilitazione di 300 mila uomini arriva negli Stati Uniti, il presidente americano Joe Biden è nella sua stanza in un hotel a New York. Il discorso con cui si prepara a portare l’agenda americana davanti ai grandi riuniti al Palazzo di Vetro per la settantasettesima Assemblea generale, è pronto. Bastano pochi ritocchi per renderlo ancora più attuale. Con Antony Blinken e il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, il presidente rivede qualche espressione, ma l’impianto – spiega alla Cnn un funzionario americano – non cambia.
L’intervento di Biden è diretto contro Putin e la sua brutale invasione in Ucraina, al suo tentativo di cancellare un Paese dalla faccia della terra e portare il mondo dinanzi all’incubo del cataclisma nucleare.
Era dal 2002 che un presidente americano non utilizzava la solitamente ecumenica Assemblea generale per scagliarsi contro un unico rivale; allora fu Bush a porre i mattoni per la guerra contro Saddam Hussein; oggi è Biden che affonda i colpi contro la Russia usandola nello stesso tempo come monito per tutti coloro che hanno l’ambizione di assestare colpi e attacchi all’ordine internazionale costruito sul primato del diritto.
«Se le nazioni possono seguire i loro disegni imperialisti senza conseguenze, allora l’ordine globale si sfalda», ha detto il presidente ribadendo la centralità della Carta Onu (definita «un’intrepida speranza») ma invocando anche dei cambiamenti alla gestione dell’organismo multilaterale per eccellenza. In un bilaterale con Antonio Guterres, segretario generale Onu, Biden ha infatti auspicato una riforma del Consiglio di Sicurezza più allargato sia nei membri permanenti sia in quelli a rotazione e con il potere di veto ridotto ad alcune questioni. Nessun dettaglio è trapelato, ma la decisione americana è anche la conseguenza del fatto – come ha ricordato lo stesso presidente – che è «stato un membro del CdS a violare senza vergogna la Carta dell’Onu».
Parla per quasi trenta minuti il capo della Casa Bianca, incassa applausi alla fine e disegna un mondo da Guerra fredda, pur dichiarando di non volere quel clima, quell’approccio. Qualche ora prima il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale John Kirby, alla Fox News, aveva detto che l’America non è in guerra con la Russia. «C’è un’invasione in Ucraina, quello è il conflitto», aveva detto. Biden ricalca la frase: «Non cerchiamo il conflitto, non vogliamo una nuova Guerra fredda». Eppure, come notava il New York Times, la Guerra fredda è evidente nella contrapposizione netta che fa dell’America e dei suoi alleati che «stanno fermamente contro la Russia». E a sostegno dell’Ucraina. Questo non calerà. Washington ha messo sul piatto altri 600 milioni di dollari pochi giorni fa e ad ora ha investito 15,2 miliardi di dollari. Si lavora alacremente anche per tenere aperte le rotte del grano e Biden, a proposito di crisi alimentare, ha bacchettato i russi dicendo che le sanzioni non riguardano le loro esportazioni di cibo.
Mosca viola la Carta delle Nazioni Unite perché strappa il territorio di una nazione sovrana «che ha tutto il diritto di essere sovrana e indipendente», dice Biden che definisce una «farsa il referendum» nei 4 Oblast, e alza il tono quando accusa il Cremlino di fare «irresponsabili minacce nucleari». «Una guerra atomica non può essere vinta e non deve mai essere combattuta», afferma Biden che richiama i leader del Consiglio di Sicurezza all’impegno preso in gennaio di lavorare tramite la diplomazia per fermare la proliferazione. Un proposito che poche settimane dopo con la prima provocazione di Putin sul ricorso all’atomica, era già andato in frantumi e che ora con i russi messi nell’angolo i timori di un’escalation nucleare sono aumentati.
Putin è il bersaglio dell’affondo di Biden, ma i destinatari del messaggio sono anche a Pechino e in Iran cui «non consentiremo di avere l’atomica». Ai cinesi la Casa Bianca rimprovera di aver interrotto la collaborazione con gli Usa sul clima come reazione alla visita di Nancy Pelosi a Taiwan e attacca però sulla proliferazione nucleare che Pechino sta portando avanti «senza la dovuta trasparenza». Che Washington non cerchi una Guerra fredda bis, Biden lo dice anche riferendosi alla Cina. Gli altri temi sono dei cenni, in sala c’è anche Kerry, inviato Usa per il clima. Tema almeno ieri soffocato dalla sfida a Putin e all’ordine internazionale.