Incontri rapidi, spesso tenuti al riparo dai riflettori, piccoli aneddoti che affiorano come flash sull’onda emotiva che in queste ore accompagna il lutto per la morte della regina Elisabetta II svelano i tanti legami intessuti dalla monarchia inglese oltre i confini del suo regno.
Legami che a vario titolo e in più occasioni hanno investito anche il Friuli, terra del cardiologo di Lillibet, ma anche del prosciutto di San Daniele apprezzato da suo figlio Carlo, che nel 1984, a Udine, ha pure modo di apprezzare l’offerta e il servizio di due piccole boutique prima di rientrare a Buckingham Palace, in cerca di un dono per la consorte Diana e per i figlioletti.
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La morte di Elisabetta II e la salita al trono di Carlo III, che sarà proclamato formalmente sabato 10 settembre, hanno risvegliato anche in Friuli i ricordi che legano questa terra alla monarchia inglese dimostrando ancora una volta, al di là della lontananza e dell’estraneità di questo lembo d’Italia alle vicende d’Oltremanica, quanto nei suoi 70 anni di regno Elisabetta II sia diventata un personaggio globale, capace di superare i confini e abbracciare le generazioni.
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Se il rapporto con il dottor Attilio Maseri è la punta di diamante delle relazioni tra Friuli e Buckingham Palace – il cardiologo udinese è stato infatti medico di fiducia della regina dal 1979, quando insegnava Medicina cardiovascolare a Londra, alla Royal Postgraduate Medical School e dirigeva l’Hammersmith Hospital – diversi altri episodi testimoniano le relazioni della monarchia inglese con la regione più orientale del Belpaese.
Dal 28 ottobre al 2 novembre 1984 per esempio il principe Carlo, all’epoca giovane erede al trono d’Inghilterra, è ospite del principe di Torre e Tasso a Duino. Poi della contessa Giuliana Florio a Persereano.
In quei giorni si concede, tra l’altro, un passaggio in consiglio regionale a Trieste, la partecipazione a un ricevimento organizzato per lui a Fusine, nella villa dell’ingegner Carlo Melzi, e da ultimo un blitz a Udine, appena prima di rientrare a Londra da Ronchi dei Legionari: in via Cavour, alla boutique “Cristina da Udine”, acquista qualche abito made in Italy per la principessa Diana, in via Mercatovecchio giocattoli per i figlioletti William di 2 anni e Henry che non ha nemmeno 2 mesi.
Il negozio della compianta Carla Sovrano, “Il giocattolo 2”, quel giorno resta chiuso al pubblico per tutto il tempo della visita reale, che si conclude con un omaggio made in Friuli della proprietaria al principe: un peluche del lupo d’Abruzzo, l’ultimo prodotto lanciato da Trudi, l’azienda fondata a Tarcento nel 1954 da Trudi Müller Patriarca che ha conquistato bambini di tutto il mondo con i suoi gioielli di peluche, reali compresi.
Dalla nobiltà locale alla politica, dagli abiti ai giocattoli, il filo dei ricordi conduce fino al prosciutto di San Daniele.
Stavolta siamo nel 2009, a Villa Wolkonsky, la residenza romana dell’ambasciatore britannico in Italia dov’è stato organizzato un evento per presentare, al principe Carlo e a sua moglie Camilla, duchessa di Cornovaglia, alcune eccellenze alimentari del Belpaese.
Sono solo tre le imprese che vengono invitate a presentare i rispettivi prodotti: tra queste Dok Dall’Ava che conquista il futuro sovrano con il prosciutto Dop 24 mesi. Carlo Dall’Ava ricorda tutto di quella serata. La curiosità del principe, la sua preparazione e ancor prima la sua umanità.
«Dopo giorni di preparativi e di verifiche minuziose affinché il cerimoniale fosse perfetto, il principe Carlo è arrivato e ha spiazzato tutti – ricorda Dall’Ava –. Prima di dedicarsi ai 200 ospiti dell’evento, il futuro sovrano ha voluto incontrare il personale della villa. Cuochi, camerieri e autisti con cui si è intrattenuto per diversi minuti prima di entrare».
Durante la serata non ha cambiato registro. Dall’Ava ne rievoca la naturalezza e la tranquillità. «Ha parlato italiano, mangiato il prosciutto con le mani, mi ha fatto un mucchio di domande sul processo di produzione, stupendosi molto del fatto che il nostro prosciutto si fa con un solo ingrediente: il sale.
Anche la consorte, di cui spesso si sente parlar male, è stata di una gentilezza squisita. Né l’uno né l’altra hanno fatto pesare l’etichetta”, conclude l’imprenditore che ora si accinge a inviare i propri auguri al neo sovrano: «Invieremo subito un telegramma all’ambasciata».
