Prima la presidente deve convincere i falchi. Giovedì nuovo vertice, verso un tetto agli aiuti
Lo scudo anti-spread è in preparazione e potrebbe arrivare entro il 27 giugno. Cioè, entro il Forum della Banca centrale europea (Bce) di Sintra, in Portogallo. A spiegarlo tre diversi alti funzionari europei dietro anonimato. E, secondo le indiscrezioni che circolano in ambienti diplomatici e finanziari, potrebbe valere 500 miliardi di euro. Soldi che saranno parte del reinvestimento dei circa 1.700 miliardi di euro del Pandemic purchase emergency programme (Pepp), che è già stato confermato da Christine Lagarde. La banchiera francese però dovrà prima convincere Austria e Germania, le nazioni più contrarie al nuovo strumento. La mediazione, in via apparente, potrebbe essere più semplice su Finlandia e Paesi Bassi.
«La frammentazione dei differenziali deve preoccupare». A dirlo, due giorni fa, è stato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco durante un evento meneghino organizzato da Analysis. Pertanto, uno strumento ad hoc contro questo rischio è necessario. Dopo l’Eurogruppo di ieri, in cui Lagarde è stata oggetto delle critiche di Berlino e Vienna, è chiamata a rispondere con un pacchetto preciso. Quello che trapela dalla Bce è che un accordo ci sarà a giorni, anche se è complicato che arrivi nel weekend. Più possibile entro la fine della prossima settimana.
Quello di Francoforte, viene descritto da Lagarde stessa, è un percorso. Le tappe sono precise. Lunedì prossimo alle 15 Lagarde sarà in audizione al Committee on Economic and Monetary Affairs del Parlamento Europeo. Poco dopo, alle 19, parlerà Joachim Nagel, presidente della Bundesbank. Entrambi potranno dare indicazioni su una discussione in cui le maggiori incertezze sono date dalle tempistiche. Ciò che è sicuro è che nella mattinata di giovedì 23 si terrà il General Council della Bce. Come sottolineato da fonti europee, a termine di quello, o al più tardi venerdì, a mercati chiusi, ci si può attendere la definizione del piano per normalizzare gli spread in caso di fluttuazioni repentine e massicce, considerate ingiustificabili dai fondamentali.
Il dibattito fra i governatori sarà serrato ma viaggiano le ipotesi. È possibile un annuncio stile Omt (Outright monetary transactions), con un primo pacchetto di protezione da 500 miliardi di euro, come riportato da tre diverse fonti europee e due fonti finanziarie. Sempre mantenendo la gradualità nel reinvestimento del Pepp, come specificato più da una volta da Lagarde nelle ultime settimane, e una flessibilità estrema. Perché si tratta di normalizzazione, non di chiusura degli spread, ha ribadito Lagarde nell’Eurogruppo. Concetto che non ha convinto il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, e il corrispettivo austriaco, Magnus Brunner, convinti che la frammentazione rappresenta una fonte di apprezzamento del rischio di credito. Ipotesi che Germania e Austria vogliono evitare, anche dopo le rassicurazioni giunte da Italia, Francia e Spagna.
Nonostante le reticenze, questa è la sensazione che circola nella Bce, un’intesa sarà raggiunta entro poco. Finlandia e Olanda si sono dimostrate aperte al dialogo. E una possibile soluzione, riferiscono le fonti, sarebbe definire un tetto massimo di risorse in caso di necessità, per evitare controversie con la Corte di giustizia europea (European court of justice, Ecj) e con la Corte costituzionale federale tedesca. L’obiettivo è evitare accuse di finanziamento monetario diretto, quindi è da escludere che non venga fissato un tetto massimo. Si parla in via informale, in ambito diplomatico e finanziario, di 500 miliardi di programma iniziale, ma con possibilità di riduzioni o estensioni in base alle necessità. La discussione dipenderà dalla ripidezza delle curve e dalla velocità di ampliamento degli spread. La Bce continuerà a giustificare le sue decisioni con le asimmetrie sui differenziali di rendimento, che costituiscono problemi nella corretta, e omogenea, trasmissione della politica monetaria.
A incidere sulla discussione sarà la fibrillazione dei mercati finanziari, che ieri hanno avuto un finale misto. Su di poco il Ftse Mib, più 0,29%, e uno spread fra Btp decennali e Bund a 201 punti base e un rendimento del 3,69 per cento. In rialzo Francoforte e Madrid, sotto la parità Parigi. I prossimi giorni saranno decisivi.