Perini e Argentini erano stati condannati in primo grado a 6 e a 4 anni per le violenze nei confronti di una 14enne indotte dal maestro di karate
ACQUANEGRA. Assolti. La Corte d’appello di Brescia ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva sancito le condanne a sei anni per Sandro Perini, 47enne di Acquanegra sul Chiese, e a quattro anni per Darix Argentini, 53enne di Castiglione delle Stiviere, per le violenze sessuali su una minorenne avvenute fra il 2011 e nel 2012 nella palestra di karate Asd di Lonato del Garda. All’epoca dei fatti la ragazzina era poco più che 14enne. Oggi 25enne, è iscritta a giurisprudenza e sta facendo tirocinio per diventare avvocato. Secondo le accuse,la ragazzina all’epoca sarebbe stata soggiogata psicologicamente dal suo docente di discipline orientali Carmelo Cipriano, di Lonato del Garda. Cipriano è stato già condannato in via definitiva a nove anni e due mesi per abusi su allieve minorenni nella palestra della quale era titolare.
Secondo le accuse, che la Corte d’Appello non ha riconosciuto come valide, il maestro avrebbe indotto la ragazzina a sottostare ad un rapporto plurimo - sempre negato dagli imputati - con Argentini e Perini, genitori di ragazzine del centro di karate. Ma Perini ha raccontato di non essere stato coinvolto: e la Corte d’appello ora gli ha creduto. Argentini aveva ammesso, in una precedente udienza, i palpeggiamenti nelle parti intime della ragazzina. Aveva raccontato di essere stato portato da Cipriano nell’infermeria, dove c’era la ragazzina. «L’ho toccata nelle parti intime, ma poi mi sono vergognato e sono scappato via».
Il fatto non costituisce reato: questa la sentenza dei giudici di secondo grado. Per l’avvocato Vincenzo Delillo, difensore di Argentini, «si tratta di una sentenza saggia, perché non è stata trovata la prova del dolo». Entrambi i difensori infatti avevano chiesto l’assoluzione, mentre il Procuratore generale la conferma delle condanne.
Era stata ascoltata anche la testimonianza della ex di Perini, che aveva raccontato di avere scoperto una chat di Facebook con foto esplicite e messaggi, ma che non era stata in grado di identificare la ragazza. Solo successivamente aveva capito che si trattava di lei. La donna le avrebbe scritto, e la giovane le avrebbe risposto di essere consenziente ai rapporti.