Domenica a Limana il giocatore farà qualche minuto nella sfida fra Limana Cavarzano e Noventa. «Avevo avuto Parteli anche al Belluno e sono contento di chiudere la carriera con lui»
LIMANA
Andrea Radrezza saluta il calcio. L’attaccante di origini padovane, appenderà le gli scarpini al chiodo in occasione dell’ultima partita di campionato del Limana Cavarzano contro il Noventa.
Un giorno di festa dopo la promozione in Eccellenza, con ingresso gratuito e la musica con dj dalle 19.
“Radre”, dopo una stagione caratterizzata da un infortunio al tendine d’achille che non gli ha mai permesso di scendere in campo, ha preso la decisione di fermarsi e condividere la festa della vittoria del campionato della sua squadra per salutare i tifosi e tutti i bellunesi che in questi anni lo hanno seguito sui campi di calcio.
Bellunese adottato, Radrezza è arrivato al Belluno nella stagione 2007-2008 conquistando i tifosi gialloblù per gol e assist. Insieme a Corbanese ha formato una coppia affiatata.
Radrezza è cresciuto nelle giovanili del Padova, con cui ha cominciato a giocare quando aveva cinque anni, fino a giocare nella Berretti. Successivamente è passato in gialloblù, di cui è stato anche il capitano, fino alla stagione 2014-2015. In mezzo ha vissuto una breve parentesi allo Jesolo.
La doppia rottura del crociato destro negli anni del Belluno lo hanno costretto a scendere di categoria e passare in Eccellenza con il San Giorgio Sedico, prima di approdare al Limana.
«Questa stagione per me è stata difficile tra infortuni e altre situazioni. La decisione di smettere l’ho presa da tempo, ma ho voluto rispettare i miei compagni e aspettare che vincessero il campionato. Domani sarà la mia ultima partita, mister Parteli mi farà fare qualche minuto. Sono contento di concludere con lui sulla panchina, quando sono arrivato a Belluno nel 2007 il mister era Andreucci, ma lui era il suo secondo. Così si chiude un cerchio. Con Max ci siamo sempre detti di fare qualcosa insieme e credo sarà bello finire tutto con lui».
La tua decisione è definitiva?
«La lesione al tendine d’achille è un infortunio che richiede tanto tempo e tante energie per poterlo superare. In questo momento con il lavoro e altre cose non riuscirei a dedicarmi. Obiettivamente, tra questo infortunio e i due anni di pandemia, sono stato tanto fermo. Ho provato a curarmi e a fare qualcosa ma al momento la mia situazione non può migliorare. Mi dispiace di aver concluso così senza essere protagonista dell’annata, ma spero comunque di aver dato il mio contributo a livello umano ai miei compagni, ai più vecchi e ai più giovani».
Lasci sereno, o hai qualche rimpianto?
«Devo essere onesto, non ho grandi rimpianti. Probabilmente quando ero più giovane avrei potuto sfruttare meglio alcune chance che ho sprecato. Ma per il resto sono sereno. Sono contento di quello che ho fatto, dato e trasmesso. Ho vinto campionati, ne ho persi all’ultima giornata, ho vissuto tante emozioni e sono contento di come siano andate le cose».
Domani il Limana Cavarzano festeggerà te e la vittoria del campionato. Nel tuo futuro ti vedi allenatore?
«Sarà una bella festa ed è il momento giusto per farla. Sono molto emozionato, mi vestirò per l’ultima volta e scenderò in campo. Sono contento di vivere questo momento insieme a Massimiliano Parteli, Carlo Cassol e tutti i miei compagni, in particolare con Simone Brustolon, che avevo trovato anche al Belluno il primo anno. Mi piacerebbe che venissero al campo più persone possibile, vorrei salutarli e ringraziarli. Il mio futuro? Non so cosa farò. Al momento non mi vedo come allenatore, ci vuole tanto impegno e tanta dedizione che al momento non riuscirei a garantire. Mi piacerebbe dare una mano al Limana Cavarzano a livello gestionale».