L'INTERVISTA - Lo scienziato dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: "Nel 90% dei casi circa le sequenze iniziano, durano qualche settimana e poi finiscono. È anche vero nel 2012 in Emilia e nel 2016 nell'Italia Centrale la sequenza è iniziata subito con una scossa forte. Quindi non possiamo e non sappiamo dire cosa succederà nei prossimi giorni"
L'articolo Terremoto Firenze, Meletti (Ingv): “Nella stessa zona nel 1919 ci fu un sisma 6.4. In questi giorni nessun crescendo nella magnitudo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
La serie di scosse registrate negli ultimi giorni nell’area a sud di Firenze non hanno, fortunatamente, provocato danni alle persone o agli edifici, ma chi vive da una settimana tra tremolii e oggetti che si muovono, comincia a temere una progressione. L’ultima scossa, nella zona dell’Impruneta, conferma la sequenza sismica iniziata il 2 maggio, ma il sindaco di Impruneta, Alessio Calamandrei fa un appello: “È ovvio che lo stress si faccia sentire, ma cerchiamo tutti di mantenere la calma, senza farsi prendere dal panico (comprensibile sul momento)”. Abbiamo chiesto a Carlo Meletti, geologo e direttore della sezione di Pisa dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), se è vero, come percepito dalla popolazione, c’è un crescendo nelle magnitudo delle scosse.
È vero che è una sequenza in crescendo?
No, non c’è nessun aumento. La sequenza è iniziata proprio con un terremoto di magnitudo 3.7 ed è esattamente la magnitudo registrata ieri.
Il pensiero ovviamente è rivolto al terremoto registrato a L’Aquila. I residenti avevano cominciato ad avvertire le scosse in dicembre, poi il 6 aprile 2009 sappiamo cosa è successo?
Per L’Aquila è andata così, ma le posso dire che da allora a oggi abbiamo avuto decine di sequenze ogni anno che non hanno portato a terremoti così forti. Nel 90% dei casi circa le sequenze iniziano, durano qualche settimana e poi finiscono. È anche vero nel 2012 in Emilia e nel 2016 nell’Italia Centrale la sequenza è iniziata subito con una scossa forte. Quindi non possiamo e non sappiamo dire cosa succederà nei prossimi giorni. La statistica ci dice che potrebbe accadere nulla, ma non possiamo escluderlo.
Quindi da una parte la statistica ci rassicura ma non è possibile escludere terremoti più forti
Esatto.
A guardare la mappa dell’Ingv dei terremoti registrati in Toscana dal 1985 vediamo una corona nell’area dell’Appenino e pochi eventi nella zona ora interessata dallo sciamo sismico. C’è qualcosa che sta cambiando a livello profondo in quell’area?
No. Perché è una zona nota: dal dicembre 2014 al marzo 2015 nella stessa zona c’è stata una sequenza analoga a quella di questi ultimi giorni. Noi abbiamo registrato più 500 scosse e la magnitudo massima è stata 4.1. Un terremoto che non fa danni, anche se viene avvertito bene. Gli edifici sono normalmente in grado di resistere a questa magnitudo. I terremoti che precedono una scossa forte non hanno caratteristiche diverse da altri per cui si possa capire che arriverà un terremoto più forte. Non è possibile; e tra l’altro è stato oggetto di discussione durante il processo sulla Commissione Grandi Rischi a L’Aquila. Non possiamo dire cosa succederà, né escludere che succeda.
Nell’ipotesi che un grande terremoto come L’Aquila arrivasse a Firenze?
La storia sismica di Firenze da questo punto di vista è la più ricca d’Italia. Nel nostro catalogo abbiamo 200 dati su Firenze e sappiamo che i terremoti più forti sono stati quelli del Mugello nel 1919 con magnitudo 6.4 e quello del 1985, che è avvenuto dove ora stiamo registrando la sequenza sismica, con magnitudo 5.5. Questi terremoti provocarono danni importanti agli edifici pari all’ottavo grado della scala Mercalli. Questo è quello che potrebbe verificarsi ancora. Ma questo non può dirlo nessuno.
Immagini Ingv
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