CECINA. Per le strade di Marina di Cecina d’inverno. .. poche persone e pochi locali aperti durante la settimana, ma la situazione cambia radicalmente nel weekend. Con l’arrivo dei proprietari di seconde case e degli stessi cecinesi che “scendono” al mare per una passeggiata, un aperitivo, la cena e il pranzo domenicale. Ed ecco cosa dicono gli operatori commerciali. «Marina di Cecina d’inverno è abbandonata a se stessa», è questo che, con molto dispiacere, accomuna i pensieri dei commercianti della zona. «Non hanno nemmeno messo le luci di Natale», affermano. «Quello che si vede d’inverno a Marina è tutto merito dei pochi negozianti che restano aperti e cercano di mandare avanti la vita di questo luogo».
Ma cosa si nota girando per le vie di Marina di Cecina nei mesi invernali? Poche attività aperte, per merito dei turisti pendolari che abitano le seconde case nei weekend, e «perché le persone hanno voglia di uscire dopo due anni di quarantene», suggerisce Sabrina Falco, proprietaria del bar Acquamarina. Altrimenti, la cattiva stagione porterebbe solo desolazione in questa località di mare. Il lungomare nei giorni feriali è quasi deserto e molto trascurato, come la bellissima pineta, che non viene in nessun modo valorizzata. Quest’ultima la sera è praticamente priva di illuminazione, e le famiglie non si ritrovano ai giochi pubblici, per la maggior parte non curati e spesso rotti, e quindi inutilizzabili.
«La chiusura della passeggiata dovrebbe essere più versatile perché, sotto la pioggia, nessuno attraversa la pineta per vedere il mare o prendere un caffe, soprattutto nei giorni lavorativi», nota Gerardo Di Chiara, proprietario della tabaccheria, ma questa è la richiesta di molti. Inoltre la mancanza di eventi che invitino persone non favorisce Marina di Cecina, che, come affermano le proprietarie del bar Il Sole, «viene sfruttata solo d’estate per il turismo, e poi lasciata nel dimenticatoio».
«Il fine settimana siamo pieni come a Ferragosto», affermano dalla famiglia Poggetti, proprietaria del ristorante “El Faro” e la ristoratrice dei Bisori, Brunilda Dyrmishi, felici del poco turismo invernale che riscontrano; ma gli altri giorni per molti non vale la pena restare aperti.
Le persone, ormai da anni, comprano meno, non si fermano a bere un caffè, e i genitori non portano i figli a prendere un gelato dopo la scuola, e «se non ci facessimo forza tra noi pochi rimasti aperti d’inverno, per portare un po’di gente tra le strade, diventerebbe una città fantasma», afferma Roberta Bibbiani di Mondoidea Moda.
Sono le piccole attività quelle più sofferenti, e soprattutto i locali storici notano la differenza e il declino che si è avvertito negli anni, anche quelli precedenti alla crisi dovuta al Covid-19, che sicuramente ha peggiorato le cose.
Ciò che però risuona nelle parole dei commercianti è sicuramente l’amore che hanno e che trasmettono per questa piccola località, che nella sua bellezza e particolarità vorrebbero più valorizzata, con magari alcuni eventi o opere di mantenimento o ristrutturazione.
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