MANTOVA. «Ragazze e ragazzi ci chiedono spazi per incontrarsi e per studiare. Ma non solo. Vorrebbero un parco naturale nel Paiolo, consultori in posizioni più centrali e una comunicazione più diretta tra loro e enti e istituzioni. Vorrebbero, insomma, una Mantova a dimensione giovane e stiamo lavorando per costruirla insieme».
L’assessore alle politiche giovanili del Comune, Alessandra Riccadonna, è visibilmente soddisfatta quando riferisce dell’incontro avuto poche ore prima con una quarantina di ragazzi di età compresa tra i 15 e i 25 anni.
Rappresentanti degli studenti nei consigli d’istituto e nell’università, scout, i ragazzi di associazioni e movimenti che agiscono in città, come Fridays for future, Eutopia, Alce Nero, Strongvilla, Arci, Rete studenti medi: sono loro che da settembre partecipano al tavolo delle politiche giovanili avviato dall’assessorato per «coinvolgere nella nostra attività i diretti interessati, per ascoltarli, sentire le loro esigenze e le loro proposte, ma anche per informarli delle opportunità che già sono presenti e che non conoscono».
All’incontro svoltosi al Creative lab di Lunetta erano presenti diversi assessori . «Una delle esigenze più sentita è quella di avere degli spazi dedicati a loro – riferisce Riccadonna – spazi per studiare, per organizzare momenti di confronto e iniziative. La cosa interessante è che hanno saputo soltanto oggi che qualche spazio di questo tipo esiste già. Oltre al Creative lab, abbiamo citato loro Eutopia e il centro Sant’Agnese. È evidente che vanno studiati modi più efficaci per comunicare con i giovani. Una proposta emersa è la creazione di una piattaforma studiata per questa esigenza. Ma sono spuntate tante idee nei gruppi di discussione».
«C’è ad esempio grande attenzione al Paiolo inteso come parco naturale e alla balneabilità dei laghi come base per creare un ambiente nautico creativo e culturale –riferisce ancora l’assessore alle politiche giovanili – I giovani hanno ribadito l’importanza dello psicologo nelle scuole e vorrebbero eventi dedicati l’identità di genere. Hanno anche pensato a iniziative pubbliche che permettano loro di confrontarsi con altri ragazzi e con altre generazioni. Ora studieremo queste idee per cercare, al prossimo incontro, di individuare iniziative concrete».
