Oksana Vorobets, ucraina e titolare del negozio etnico di via Mazzoni «Portate viveri e coperte. Arrivate offerte per 5mila euro in contanti»
MODENA Continua senza sosta la raccolta di materiale di prima necessità da spedire in Ucraina organizzata autonomamente dal market etnico Mix Markt di viale Guido Mazzoni a Modena, gestito da Oksana Vorobets e dal marito Igor Vatzovskyy entrambi di origine Ucraina.
«Siamo commossi dalla gentilezza dei modenesi – dicono Oksana e Igor, visibilmente commossi - in soli tre giorni siamo riusciti a riempire ben 6 camion di merce come alimenti in scatola e cartone non deperibili, materiale per la cura e l’igiene personale, pannolini per i neonati ma anche molte medicine come antibiotici e farmaci da banco insieme a kit per il primo soccorso, indispensabili in questo momento poiché ci informano che c’è molta carenza».
«A questo – continuano i coniugi- si sono aggiunte coperte e abiti invernali. Come mostrano anche le immagini divulgate dai media, sono tantissime le persone, specialmente donne e bambini che stanno fuggendo verso le frontiere dell’Ungheria e della Polonia. La maggior parte di loro sono a piedi e si arrangiano chiedendo passaggi su qualche autobus o camion di fortuna che si dirige verso il confine».
Ma la signora Oksana, oltre ad aver raccolto anche offerte economiche per un valore di 5 mila euro, necessarie ad acquistare beni in loco e contribuire alle spese dei trasporti, si sta facendo carico anche di trovare famiglie disponibili ad ospitare in via di emergenza l'arrivo dei profughi che stanno cercando di raggiungere l’Italia e che ci si aspetta che nei prossimi giorni sarà sempre più consistente. Se la guerra non cesserà si stima che oltre 7 milioni di Ucraini saranno costretti a lasciare il loro paese fuggendo verso l'Europa.
«Domenica notte sono arrivate già tre famiglie provenienti dall’ovest dell’Ucraina – racconta Oksana – ma meglio sarebbe dire tre donne con i loro figli al seguito. Gli uomini ucraini non stanno lasciando il Paese o perché sono stati chiamati alle armi o perché hanno deciso di rimanere in patria per dare una mano sia nei soccorsi che nel fronte di resistenza civile che si è costituito. Intanto sto cercando di trovare famiglie in grado di ospitare».
E l'appello di Oksana sia per la raccolta di viveri che per la ricerca di ospitalità si è diffuso velocemente grazie anche al tam tam sui social tanto che ieri mattina la commerciante aveva raccolto già più nominativi di famiglie italiane pronte ad accogliere in casa i profughi. «Abito in zona San Faustino a Modena - conferma Marco - dopo aver appreso dell’appello di Oksana sono venuto a portare viveri ma anche ad offrire la mia disponibilità ad ospitare. Ho due camere libere e in famiglia ci è venuto spontaneo renderci utili».
Intanto non si è fatta aspettare nemmeno la solidarietà di alcune imprese del nostro territorio, per esempio la cantina Chiarli che non ha esitato a mettere a disposizione un camion di medie dimensione ad un suo dipendente ucraino, offrendogli giorni di permesso retribuito affinché possa trasportare i viveri raccolti a Modena al centro di smistamento di Verona da cui da qualche giorno stanno partendo tir che attraverso un “corridoio verde”, non soggetto a blocchi doganali, trasportano i beni raccolti in tutto il nord Italia fino in Ungheria e Polonia ai confini con l’Ucraina.
«Sono sposato con una donna Ucraina – racconta così Massimiliano Ciccone che fa parte del corpo di polizia penitenziaria del carcere di Modena- quando ho saputo che l’azienda Chiarli aveva messo a disposizione a mio cognato un camion per fare la spola con Verona non ho esitato a mettermi a disposizione per aiutarlo. La direzione carceraria mi ha concesso immediatamente un congedo e da qualche giorno ci stiamo occupando ininterrottamente di questo servizio. Dai parenti di mia moglie in Ucraina arrivano voci disperate - continua Ciccone- ero partito in macchina per andare a prendere dei parenti di mia moglie con dei bambini piccoli al confine con la Polonia ma purtroppo, a pochi chilometri dal confine hanno deciso di tornare a Leopoli, i bambini erano stremati, continuavano a piangere, faceva troppo freddo e il cibo scarseggiava». Intanto i tanti ucraini che stanno aiutando a smistare i beni che la gente continua a recapitare davanti al piccolo negozio si dichiarano sempre più preoccupati per la situazione in patria e sperano in una risoluzione diplomatica del conflitto. Al negozio questa mattina c’erano anche le tre donne con i bambini arrivate stanotte. Tra loro c’è chi si fermerà a Modena e chi invece farà solo tappa qualche giorno: come Ivanna Yaruniv di 37 anni con le due figliolette Emilia di 7 anni e Vittoria di 3 che hanno intenzione di raggiungere presto alcuni parenti in Spagna.