La proposta rilanciata da Dario Nardella, proprio con un’intervista al Tirreno, raccoglie consensi anche fra gli avversari politici (Antonfrancesco Vivarelli Colonna a Grosseto e Michele Conti a Pisa non si sono messi di traverso), ma solleva dubbi fra i sindaci di Fratelli d’Italia, ma anche nel Pd
FIRENZE. Multiutility, dai sindaci fiorentini un coro di sì, dagli altri un’ondata di “ni” e molti mugugni per l’idea di una quotazione in borsa, anche a sinistra. Sì, perché l’idea rilanciata da Dario Nardella, proprio con un’intervista al Tirreno, se raccoglie consensi anche fra gli avversari politici (Antonfrancesco Vivarelli Colonna a Grosseto e Michele Conti a Pisa non si sono messi di traverso), solleva dubbi ad esempio fra i sindaci di Fratelli d’Italia ma anche nel Pd.
L’idea di costruire una società multiservizi regionale che riduca sprechi e renda più efficiente sul territorio la gestione di rifiuti, acqua e energia viene sposata dal dem Matteo Biffoni, sindaco cdi Prato e presidente toscano di Anci: «Io sono uno dei promotori. Per me, avanti tutta. E non è un'operazione di parte ma della Toscana. Permetterà sia ai Comuni che ai cittadini toscani di mantenere il controllo sui servizi pubblici strategici». «È un idea indubbiamente suggestiva che deve però essere confrontata con il quadro normativo attuale», avverte il livornese Luca Salvetti. Il lucchese Alessandro Tambellini, inoltre, mette in guardia: «L'idea di una multiutility quotata in borsa, così come si dice, non mi sembra un percorso facile, anche per la congruità, e quindi rispondenza alle norme attualmente vigenti. Poi di questi aspetti non si può discutere sulla stampa. Si deve parlare nelle sedi opportune, analizzando i pro e i contro».
Quasi sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro Tomasi, primo cittadino a Pistoia, uomo forte di FdI in Toscana: «Non sottovalutiamo l’espansione delle grandi multiutility sul nostro territorio a scapito delle nostre aziende – dice il sindaco uscente pronto a correre per altri cinque anni –. Siamo coscienti dei disservizi che continuiamo a subire, dovuti alle inefficienze delle nostre aziende. Dunque, guardiamo senza alcun pregiudizio ad analizzare la possibilità di creazione di una multiutility. Al momento la questione è ai tavoli tecnici, dove per noi c’è Publiservizi. Quando la politica avrà un’ipotesi tecnica con numeri e dati potrà esprimersi. Certo non dovrà essere l’ennesimo carrozzone, ma dovrà essere una realtà capace di migliorare i servizi e diminuire i costi che ricadono sui concittadini». Ma avverte: «Ribadiamo la nostra perplessità su una quotazione in borsa. Come sempre, siamo pronti ad affrontare la questione senza pregiudizi e solo in funzione della collettività».
La proposta di Nardella, aveva detto Vivarelli Colonna, «non entra nel merito, ma da amministratore ci sono». Non ha dubbi invece Emiliano Fossi, sindaco di Campi Bisenzio: «Idea giusta da mandare avanti. Credo possa rappresentare una risposta alle necessità dei territori ma anche agli istinti famelici dei grandi gruppi che assediano Toscana da fuori. Ha ragione Dario. Non servono prove muscolari nei confronti di altri territori della regione, verso i quali ci deve essere rispetto e confronto anche se hanno posizioni diverse. Da coordinatore del Pd regionale farò di tutto affinché il partito svolga una funzione di cerniera».
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