Su Instagram il progetto del giornale con la Fondazione Benetton alla scoperta delle facciate affrescate: immagini, curiosità e dettagli di un ricco patrimonio cittadino
TREVISO. Se tutte le antiche facciate affrescate della città fossero rimesse a nuovo, come un tempo, non ci sarebbe nemmeno bisogno di far pubblicità a Treviso per farla divenire meta di migliaia di studiosi, appassionati e turisti. Basterebbe un’immagine dell’Urbs picta per catalizzare l’attenzione mondiale portando alla ribalta un patrimonio unico, di incredibile varietà e bellezza.
Per ritrovare gli antichi colori e forme servono soldi, e non sempre ci sono. Ma serve ancor prima suscitare interesse per un patrimonio che altrimenti rischia di svanire tra smog, inquinamento e sguardi sul cellulare. Noi abbiamo deciso di provare a valorizzarlo e proprio per questo abbiamo deciso di chiamare la nostra campagna #alzatelatesta affidandola alla piattaforma social che più di altre vive di immagini: Instagram.
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La tribuna di Treviso in questo percorso non è da sola. Ha chiesto e ottenuto la collaborazione di Fondazione Benetton studi e ricerche che nell’ultimo decennio ha speso risorse e tempo per approfondire il tema dell’ “Urbs picta” arrivando, nel 2017, alla pubblicazione di una corposa ricerca curata da Rossella Riscica e Chiara Voltarel con la supervisione di Lionello Puppi.
Ci siamo affidati a questo studio per avere il supporto tecnico scientifico di un racconto che vuole essere leggero, divulgativo, tramite foto e testi, piccoli scorci della città, “case” dei nobili di un tempo («guai a chiamarle palazzi» ha sottolineato un architetto che lavora nel restauro di una di queste, «quelli solo a Venezia»), diverse tipologie di decorazioni, elementi di curiosità che descrivono ancor oggi le mode di un tempo.
Già, perché l’Urbs picta, come sottolineano anche le curatrici della ricerca, ha una genesi edilizia, e una di gusto. «La scelta di ricoprire il muro è determinata probabilmente dalla volontà di rendere omogenea la superficie delle fabbriche visto che allora i laterizi erano irregolari per forma, colore o per la diffusa pratica del reimpiego» sottolineano, specificando come le capacità dei “frescanti” dovessero fare i conti con una città vivacissima, «tra giullari e trovatori, feste e tornei, tradizioni e romanzi cavallereschi».
Abbiamo deciso di inquadrare, in singole storie, angoli più o meno conosciuti del centro storico mettendo a fuoco quel che c’è oltre la linea dell’orizzonte. Ed ecco perché #alzatelatesta: l’Urbs picta cittadina si ammira solo stando un po’ con il naso all’insù, guardando oltre la linea delle vetrine e degli schermi.
Il progetto è aperto a tutti. L’iniziativa viene portata avanti attraverso un social network perché la nostra intenzione è quella di rendere i suoi contenuti il più condivisibili possibile, ma soprattutto coinvolgere anche voi lettori, permettendovi di immortalare i tanti affreschi della città e condividerli con noi e il popolo di Instagram. Basterà fotografare e condividere utilizzando l’hashtag #alzatelatesta.
«Treviso ha un grandissimo patrimonio» ha evidenziato anche il direttore di Fondazione Benetton Luigi Latini, «va scorto, condiviso, raccontato e valorizzato. Ma andrebbe soprattutto tutelato, perché il tempo ne sta poco alla volta oscurando la bellezza». A Padova, i cicli affrescati del XIV secolo sono diventati patrimonio Unesco. Si tratta in gran parte di affreschi interni. Treviso ha invece l’unicità di un patrimonio di colori en plein air, di tutti e per tutti, che merita di più. —