A novembre saldo negativo per i contratti a tempo indeterminato. Il segretario Perboni: «La crescita è avvenuta principalmente con quelli flessibili»
MANTOVA. La nuova occupazione è principalmente precaria e il Mantovano non fa eccezione. A confermarlo sono i dati del centro studi della Cisl Lombardia sul mercato del lavoro di novembre 2021. «Dal confronto fra le tipologie di contratti di lavoro – segnala il segretario generale della Cisl Asse del Po Dino Perboni – emerge che la crescita degli occupati è avvenuta principalmente con contratti flessibili e in particolare con contratti a tempo determinato con un delta (differenza fra assunzioni e cessazioni) positivo con +557 assunzioni, mentre nei contratti a tempo indeterminato la differenza fra avviamenti e cessazioni è -162».
Ma ecco i dati resi noti dalla Cisl. Lo scorso novembre le assunzioni sono passate da 4.469 del 2020 a 4.608, le trasformazioni da 393 a 532 e il saldo fra assunzioni e cessazioni segna 41 assunzioni in più. Andamento positivo per le proroghe dei contratti e le trasformazioni da tempo parziale a tempo pieno. Il settore servizi e commercio ha avuto un saldo positivo nelle assunzioni del 6,8% (2.941 contro 2.753); le cessazioni sono passate da 2.121 a 2.519 con un aumento del 18,8%. Le costruzioni hanno visto gli avviamenti attestarsi a 344 rispetto ai 227 del 2020 pari a +51,5% e le cessazioni a 182 rispetto alle 271 del 2020 pari a +48,9%. L’industria ha visto un calo degli avviamenti, passati da 1074 a 945, e un aumento delle cessazioni del 30% (da 817 a 1069). Calo anche in agricoltura delle assunzioni (-8,9%) passate da 415 a 378, mentre le cessazioni sono calate da 734 a 708. Per le tipologie contrattuali l’apprendistato riscontra un aumento delle assunzioni del 38,7% passando da 137 a 190 e le cessazioni sono passate da 79 a 119 (+50,6%.).
Le assunzioni a tempo indeterminato sono cresciute del 14,9% passando da 833 a 957, le cessazioni sono passate da 1.004 ai 1.119 con una crescita del 11,5%. Complessivamente i contratti stabili hanno registrato una crescita nelle assunzioni del 18,2% passando da 970 a 1147, così come un aumento delle cessazioni del 14,3% (da 1083 a 1238). I contratti flessibili presentano un calo nelle assunzioni che sono state 3.461 rispetto a 3.499 (-1,1%), mentre le cessazioni sono aumentate del 20,1% passando da 2.771 a 3.329. Per le diverse tipologie di contratto flessibile: le assunzioni in somministrazione sono passate da 759 a 268 con un calo del 64,7% e le cessazioni da 474 a 702 (+48%). I lavori a progetto sono passati da 36 a 20 e le cessazioni da 36 a 11. Le assunzioni n a tempo determinato sono passate da 2.704 a 3.173 con un aumento del 17,3% e le cessazioni da 2261 a 2616 (+15,7%). Il saldo fra assunzioni e cessazioni ha prodotto + 132 assunzioni con contratti flessibili.
Alla luce di questi dati, Perboni ricorda che «il recentissimo Protocollo nazionale per la partecipazione il confronto nell’ambito del Pnrr e del Piano nazionale per gli investimenti, prevede la costituzione di tavoli territoriali per rafforzare le ricadute economiche e sociali del Pnrr» e che «è fondamentale dare corso a tale progettualità nel nostro territorio per sostenere la ripresa economica e creare nuova e duratura occupazione, affrontare le trasformazioni della digitalizzazione e delle transizioni green, nonché realizzare le infrastrutture necessarie per uno sviluppo sostenibile e di qualità».
