foto da Quotidiani locali
UDINE. Cade l’Old Wild West, onestamente alla prima vera partita della stagione perché le prime tre di campionato per una squadra che punta alla promozione sono state giocate contro avversari di basso livello.
Invece Treviglio, la rampante Treviglio anche per il mercato, ha fatto provare all’Apu, se non scende in campo con la giusta convinzione, come dura può essere la serie A2 e una annata in cui la gloria bisogna meritarsela e non solo per il roster lungo o gli investimenti cospicui sul mercato.
Treviglio, finita sotto di otto punti, comincia a bombardare da tre con Reati, Sacchetti e Rodriguez e soprattutto a metterci più determinazione.
Udine all’intervallo, dopo una fine periodo di gran confusione, finisce sotto di cinque punti, poi va anche sotto di otto, ma recupera in un amen grazie a un grande Cappelletti (25 punti alla fine).
Poi perde, quel che è peggio, quando aveva ripreso l’inerzia del match in pratica non chiudendolo con palle perse e la solita, e troppo comoda, ricerca del tiro da tre punti .
E se il tiro non entra, 9 su 29 dalla lunga, sono dolori con anche il bel problema di due ali spuntate come Esposito ed Ebeling.
E anche vero che se hai una squadra che vuole vincere il campionato, non puoi aspettare la crescita dei giovani, ma anche senza di loro la coperta comincia ad essere corta col rischio di far prendere freddo al “vecchio” Antonutti.
Insomma, dalla partita in Lombardia la banda di Boniciolli esce un po’ ridimensionata. Il campionato è lungo, per carità, le partite da vincere a tutti i costi arriveranno più avanti, ma Treviglio non era Torino o Cantù o Pistoia, era una squadra ambiziosa ma nettamente inferiore a Udine che ha vinto semplicemente perché ci credeva di più.
Non ci stupiremmo se già da domenica prossima a Piacenza butterà nella mischia la star, quel Trevor Lacey che a questo punto serve come il pane, anche non al meglio.
Quanto avrebbe fatto comodo – domenica 24 –un americano capace di buttarsi a canestro e prendersi falli invece che “accomodarsi” sulla riga da tre in attesa di vincere la partita con un paio di tiri.
E poi Walters: ha peso e centimetri e va servito con continuità. Altrimenti dov’è il vantaggio di avere un omone grande e grosso sotto canestro?