Il Comune chiede un surplus di imposta se sotto al campo c’è un giacimento. In arrivo cartelle superiori ai 10mila euro. il sindaco: «La legge ci dà ragione»
VOLTA MANTOVANA. Hanno riacceso il focolaio delle proteste le cartelle esattoriali che nelle scorse settimane sono arrivate a diversi proprietari (fra questi il patriarcato di Venezia) e riguardanti il pagamento dell’Imu sui fondi agricoli. Dal 2015 una delibera dell’amministrazione distingue, per gli appezzamenti coltivati, quelli normali e quelli che nel sottosuolo possiedono un giacimento di ghiaia. Per questi ultimi il pagamento dell’Imu è maggiorato.
«Stanno arrivando cartelle anche superiore ai 10mila euro. È assurdo perché in tanti altri comuni questa regola non esiste o non è applicata. Faremo ricorso». Ma il Comune si dice nel giusto: «Le sentenze di chi aveva fatto opposizione ci hanno dato sempre ragione - replica il sindaco Luciano Bertaiola -. Noi applichiamo la legge».
Per capire la vicenda occorre chiarire alcuni passaggi. L’Imu sui terreni agricoli è dovuta. La base imponibile del calcolo è il “reddito dominicale”. Ma se il valore del terreno viene modificato, per esempio perché l’area diventa edificabile, si prende come base il valore commerciale. Per quanto riguarda invece i “giacimenti”, sono le aree che hanno il sottosuolo costituito da ghiaia. Solo nelle aree di giacimento si possono fare le bonifiche agrarie (cioè asportare la ghiaia e venderla anche se non si è un cavatore professionale).
«Il Comune di Volta -spiega uno dei proprietari - nel 2015 ha deciso che i terreni individuati dalla Provincia come giacimenti dovevano pagare un’Imu più alta. Ma non capiamo la ragione perché si tratta solo di terreni agricoli, non di cave in esercizio. Non ci guadagniamo niente dal fatto che sotto la terra ci sia la ghiaia. Ma pagare tante tasse sul terreno, alla fine si va in perdita. Qui molti agricoltori hanno in affitto i terreni dei loro parenti che sono emigrati. Alla fine saranno costretti a vendere e si perderà un patrimonio secolare di famiglie contadine, costrette a liberarsi dei fondi per colpa dell’esosità del Comune».
Per il sindaco la cosa è ben diversa. «Ci sono stati ricorsi sia in primo e secondo grado - spiega Luciano Bertaiola - e ci hanno dato pienamente ragione. E recentemente si è espressa anche la Cassazione. L’Imu non tassa il reddito, ma il patrimonio. E basta vedere i rogiti dei terreni per capire che il prezzo, se l’area è giacimento, lievita di molto, e quindi il patrimonio è più alto. Inoltre solo nei terreni dichiarati giacimento si possono fare le sistemazioni agrarie. E quindi il loro valore non è paragonabile a un normale terreno coltivato». A difendere il Comune, l’avvocato Ezio Zani: «La legge parla chiaro. L’attività estrattiva è equiparata all’edilizia, perché altera in modo definitivo i luoghi. E l’Imu colpisce il valore patrimoniale del bene. Non diversamente dal caso della dichiarazione di edificabilità, che non cambia la natura del bene, ma il suo valore commerciale. E il Comune di Volta ha applicato ai terreni con giacimento, valori molto inferiori».