Intervista alla manager, tra obiettivi raggiunti e sfide da rilanciare facendo i conti con l’organico all’osso nel segno dell’accessibilità e della sostenibilità: «Il ristorante stellato è un sogno ma non il mio»
TRIESTE Un’area aperta alla città. E sostenuta da progetti all’insegna dell’accessibilità e della sostenibilità. Andreina Contessa ha lavorato nei suoi primi quattro anni - e punta a continuare a farlo - basandosi su questi principi, riportando i 22 ettari di verde agli antichi splendori e facendo i conti con un personale ridotto al 50%.
Come è stato l’approccio a Trieste?
«Fin dall’inizio ho cercato di rivolgermi alla città. Nel primo incontro pubblico illustrai che avrei agito in trasparenza, che ci sarebbe stato un ripensamento del tutto, in un’unione tra il castello e il parco. Quest’ultimo avrebbe avuto la stessa importanza del primo.
I temi-chiave portati avanti in questi quattro anni?
La mia direzione s’incentra su obiettivi rivolti all’accessibilità fisica ma anche alla comprensione del sito nella sua valenza più ampia, alla conoscenza (il Museo deve essere luogo di studio e ricerca, niente è casuale), alla sostenibilità, anche nel restauro del castello. In quest’ultimo caso il restauro dei serramenti, attualmente in corso, o dei pavimenti, ha portato alla conservazione preventiva, che vuol dire anche un grande risparmio. Poi c’è la connessione: vogliamo essere più comunicativi con la città, il territorio, gli altri musei, l’estero e la rete di parchi e dimore reali. Senza mai dimenticare la trasparenza amministrativa.
I progetti in divenire, invece?
L’anno scorso è stato avviato, e continua in questo momento, il recupero delle parti idriche del parco. Stessa cosa per il restauro degli appartamenti del duca d’Aosta che terminerà nel 2021: stiamo approvando il progetto definitivo e assegnando gli incarichi. I lavori dovrebbero terminare a giugno. Abbiamo iniziato poi il restauro di due edifici importanti: quello del Bagno ducale, che finirà a giugno, e quello del Castelletto, di cui stiamo definendo la destinazione finale e che sarà pronto nel 2022.
Quali sono i grandi obiettivi per i prossimi quattro anni?
Anzitutto ricostituire pienamente la ricchezza botanica di Miramare, che era andata perduta per varie ragioni. Abbiamo seminato piante e fiori. In questo ambito rientra la riscoperta di camminamenti tematici, con un certo tipo di fiori e alberi: due sono già stati portati a termine e riguardano le camelie rosse, piantate in ottobre, ora al massimo della fioritura, e il boschetto dei Corbezzoli. Stiamo lavorando a un terzo, di cui svelerò i dettagli più avanti. Continua il ripristino dei laghetti. E prevediamo l’apertura di altre zone del castello ora non agibili e il restauro delle cucine. Il 2021 sarà anche l’anno del rifacimento di tutta la segnaletica del parco, che ne racconterà la storia. E vorrei fosse accessibile ai non vedenti. Stiamo lavorando al parterre inferiore e inizieremo anche a farlo sul parterre del Castelletto.
Ci sono mostre in programma?
Ne avevamo due per quest’anno, ma non verranno organizzate a causa del Covid, quindi investiamo i fondi su ciò che resta: castello, percorso museale, Castelletto, segnaletica. Le mostre verranno riprogrammate nel 2022.
E che idea si è fatta ora dei triestini?
Riceviamo lettere in cui ci raccontano che sono contenti, e che si complimentano perché il parco è bello e sta rinascendo. Li ringrazio, perché mi hanno accompagnato in questi anni e li sento molto vicini.
Arrivano anche critiche?
No, direi più domande. Su quando interverremo, dove, che cosa stiamo facendo.
Com’è stato l’ultimo anno di pandemia?
C’è stato un inevitabile crollo dei visitatori, ma il Museo ha comunque reagito bene. Abbiamo moltiplicato gli interventi di comunicazione, anche grazie al Piccolo. Abbiamo realizzato quasi tutti gli obiettivi, con ritardi al massimo di un mese.
In base alle disposizioni anti diffusione del contagio, che cosa cambierà quando riaprirete?
Penso che le disposizioni saranno molto simili allo scorso autunno. Da quello che si capisce potremo aprire nel weekend su prenotazione e noi lo faremo.
Nonostante l’assenza delle entrate di quest’anno, si riuscirà comunque a mantenere l’ingresso libero al parco?
Il ministero è intervenuto sulla mancata bigliettazione, sostenendoci. Al di là della pandemia, il mantenimento del parco è comunque molto costoso e quello che vorrei organizzare rientra in un discorso più ampio, che ho dovuto interrompere a causa della pandemia: vorrei istituire non un biglietto all’ingresso, ma chiedere un contributo al cittadino.
Ci sono delle sfide che non è riuscita a portare a termine?
Allargare l’organico, carente già dall’inizio. Siamo un team piccolissimo rispetto al lavoro che dobbiamo fare. Accomuna tutti i musei».
Quante persone compongono il suo staff? Quante ne mancano?
Ci sono otto funzionari in tutto e manca il 50 per cento del personale che dovrei avere. Stessa cosa vale per gli addetti alla vigilanza.
Arriveranno rinforzi?
Per il momento non mi pare.
È a capo anche della Direzione regionale Musei del Fvg. Come sta coniugando i due incarichi?
È impegnativo ma vado avanti.
Qualcuno ha palesato l’idea di un ristorante sul molo di Miramare, coinvolgendo lo chef stellato Matteo Metullio: è un’idea realizzabile?
Si tratta di un sogno ma non è il mio. Non concordo con il fatto che se si vede un posto assolutamente perfetto, armonico e bellissimo, la cosa più geniale sia fare un ristorante. Il che non significa che non sia possibile un ristorante a Miramare, ma non sul molo o nel Castelletto. Su questo se ne riparla nei prossimi anni. Io ho da tempo un’idea, che dirò più avanti.
Come procede la Caffetteria Massimiliano?
A oggi c’è una gestione al minimo, dovuta anche alla pandemia