Aveva 76 anni. Stroncato da un infarto in casa, tumulato a Levone. Alpino, colonna al Centro anziani, nonno vigile. L’amore per il calcio dilettantistico
Forno Canavese
È stato tumulato nella tomba di famiglia, nel cimitero di Levone, venerdì pomeriggio, Aldo Boggetto, 76 anni. Una cerimonia semplice (qualche lettura, la benedizione impartita dal diacono Giovanni Farina), ma molto partecipata, con grande rappresentanza del Comune di Forno, dove risiedeva, e di Levone, naturalmente, il paese di origine. Ai lati della bara, davanti alla grande croce al centro del camposanto, il picchetto d’onore degli Alpini con i labari abbrunati delle sezioni dei due paesi e i due capigruppo, Giuseppe Grosso, di Forno, e Gianni Giacoletto, di Levone, a recitare le preghiere che le penne nere fanno in queste occasioni così dolorose per gli amici “andati avanti” con la speranza di ritrovarsi, un giorno, nel “Paradiso di Cantore”.
Aldo Boggetto è morto d’infarto martedì pomeriggio nella propria abitazione di Forno. Dal momento della diffusione della notizia, alla famiglia, la moglie Caterina, i figli Sara e Loris con le rispettive famiglie, è stato un susseguirsi di attestati di cordoglio e dimostrazioni di affetto. Del resto, Aldo era, quel che si suol dire, un personaggio popolarissimo, impegnato nel sociale, sempre pronto a dare una mano, un uomo che aveva profondamente radicato il senso di appartenenza alla propria comunità per la quale si è speso sempre, e non solo dopo aver raggiunto il traguardo della pensione (aveva lavorato nel settore metalmeccanico).
Al Centro anziani di Forno lo ricordano colonna portante del sodalizio all’interno del direttivo e attivo in ogni iniziativa, finché le condizioni di salute gliel’hanno permesso. La militanza negli Alpini non era un’adesione formale, ma un sentimento vero provato sin dagli anni del servizio di leva, quelli che servono a forgiare il carattere. E che dire dell’impegno nel mondo dello sport. Grande appassionato di calcio, era arrivato anche alla presidenza del Forno, ma un presidente a 360 gradi, quelli che si occupano di tutto, anche della manutenzione del campo da gioco e degli spogliatoi. Dal taglio dell’erba alla tracciatura, dalla pulizia e sistemazione dei locali dove i giocatori si cambiano, a un rapporto un po’ più istituzionale con la federazione e con la “carta stampata” che accoglieva e salutava sempre con grande educazione e rispetto, Boggetto, positivo, sorridente, disponibile, sapeva essere rassicurante anche nei momenti più complicati della gestione.
Per il Comune di Forno aveva anche ricoperto per diversi anni il ruolo di “nonno vigile”, un nonno bonario ma attentissimo perché il servizio, nel momento in cui te lo affidano, dev’essere svolto al meglio, con scrupolo, precisione. Col Lions club Rivarolo Canavese, infine, aveva contribuito al progetto raccolta scarpe usate da destinare ai Paesi più poveri, in occasione di un Trail del Monte Soglio. Il grande risultato ottenuto l’aveva fatto felice.
A Levone, tutti gli spazi destinati a parcheggio, nei dintorni del cimitero, venerdì erano occupati, segno, come detto, della voglia della gente di esserci, nel momento dell’addio, e per chi ha fede, dell’arrivederci. Nel tempo Covid, tutti coloro che hanno presenziato ai funerali lo hanno fatto seguendo le indicazioni date per garantire i distanziamenti. Un gesto, nel senso della responsabilità, che Aldo avrebbe apprezzato. —