Nonostante la sconfitta in finale nel torneo di Miami, la stella di Yannik Sinner splende come non mai nel firmamento dello sport azzurro, simbolo di una nuova ondata di giovani campioni che promettono di portare molto in alto il tricolore.

È la Generazione Z dello sport: per i sociologi sono i ragazzi nati tra la metà degli anni '90 e il 2010, una fascia ricca di talenti purissimi che, ancora giovanissimi, stanno facendo grandi cose. Talenti appena sbocciati, campioni in erba ma già affermati, pietre grezze ancora da formare definitivamente ma che nascondono nel loro dna i geni dei fenomeni. Quello veri, destinati a resistere al tempo, non le meteore solitarie che vivono lo spazio di una stagione per poi finire dimenticate.

Da Sinner a Musetti, passando per Berrettini

Anche i non appassionati hanno seguito con grande partecipazione la favola di Yannik Sinner, silenzioso altoatesino che sta conquistando il pianeta tennis a suon di imprese. Nato nell'agosto del 2001, Sinner ha già in bacheca due tornei Atp (Sofia e Melbourne), oltre alle Next Gen Finals e i quarti di finale a Parigi. Ma nel suo caso c'è tanto altro, dalla scelta di abbandonare le montagne di San Candido per trasferirsi alla scuola di coach Piatti a Bordighera a quella cultura del lavoro che nessuno gli ha dovuto insegnare, tanto era già radicata in lui. Non è il talento fine a se stesso, ma è la dote innata su cui va costruita una carriera, non per grazia ricevuta ma per quella fame che ti porta a faticare sul campo tutti i giorni. Una voglia di arrivare che, nel suo caso, si traduce in una forza mentale degna di un giocatore veterano, ma anche nel picchiare i colpi con grinta, forza e cattiveria, e che lo rendono un giocatore pronto a fare il grande salto verso l'Olimpo del tennis. 

Yannik Sinner in azione nella finale dell'Atp di Miami

Tennis, 2021 Miami Open Men's Final: Yannik Sinner

Yannik Sinner in azione nella finale dell'Atp di Miami
INSTARimages.com / IPA

Uno sport che ha anche nel già affermato Berrettini (che ha solo 24 anni ma è numero 10 della classifica Atp) e in Musetti (19 anni, il più giovane tennista italiano ad aver raggiunto la semifinale di un torneo Atp, ad Acapulco) gli esempi di come in questo sport la nostra scuola sia riuscita a sfornare giocatori di grande levatura.

Quanti giovani di prospettiva

La nostra Gen Z promette bene e non solo nel calcio, da sempre tacciato di preferire gli stranieri ai prodotti nostrani. Anche lì da Donnarumma a Zaniolo, da Tonali a Kean, l'azzurro è vivo anche grazie al prezioso lavoro del ct Mancini, da sempre attento ai giovani e coraggioso nel chiamarli in Nazionale a dispetto delle talvolta scarse presenze nei rispettivi club.

Ma anche al di fuori del confine calcistico lo sport italiano vanta gemme di rara forza e bellezza: da Larissa Iapichino (figlia d'arte di Fiona May e Gianni Iapichino) che a 18 anni sta inanellando record su record (è primatista del mondo Under 20 e ha eguagliato il primato indoor della madre ed è pronta alla sua prima Olimpiade) a Yeman Crippa, 24 anni, bronzo agli Europei di Berlino tre anni fa e primatista italiano di 3000, 5000 e 10.000 metri, per non parlare del velocista Filippo Tortu, che da anni (lui che ne ha 22) convive con lo scomodo paragone niente meno che un mito come Pietro Mennea (ha battuto il suo primato sui 100 che resisteva da 39 anni, correndo in 9'99 a Madrid, primo italiano a scendere sotto il muro dei 10 secondi). 

Il velocista italiano Filippo Tortu ai Campionati europei del 2018

Atletica, Campionati europei 2018: Filippo Tortu

Il velocista italiano Filippo Tortu ai Campionati europei del 2018
Sven Hoppe / IPA

E se Tortu mulina le gambe sui 100 metri, chi le fa spingere poderosamente sui pedali è Filippo Ganna (24 anni), oro agli scorsi Mondiali di Imola su strada a cronometro e vincitore di tre tappe nell'ultimo Giro d'Italia. Prima, però, aveva già fatto parlare di sé laureandosi quattro volte campione del mondo nell'inseguimento individuale su pista, con tanto di record del mondo. 

Ben più giovane l'erede designata della Divina Federica Pellegrini. Lei è Benedetta Pilato, 16 anni, volto emergente del nuoto italiano. Sarà la più giovane azzurra di questo sport a prendere parte parte alle Olimpiadi, primato che apparteneva proprio alla Pellegrini. Qualcosa che ha tanto l'aria del passaggio di testimone, con la giovane ranista tarantina pronta a raccogliere un'eredità tanto pesante. Senza paura, per chi come lei da sempre alterna l'impegno a scuola con i chilometri macinati in vasca, dove, nonostante l'età, nella sua specialità non conosce rivali (argento agli scorsi Mondiali, la più giovane medagliata di sempre). Oltre a lei, da tenere d'occhio anche Thomas Ceccon nel dorso (20 anni) e Alessandro Miressi (22 anni) nello stile libero.

Benedetta Pilato, 16 anni, giovane talento del nuoto italiano

Roma, Trofeo Settecolli nuoto: Benedetta Pilato

Benedetta Pilato, 16 anni, giovane talento del nuoto italiano
Giuseppe Fama / IPA

La pallavolo, invece, ha nella 22enne Paola Egonu il suo talento più cristallino, mentre gli ultimi Mondiali di Cortina hanno consacrato Marta Bassino, 25 anni, medaglia d'oro nello slalom parallelo e vincitrice della Coppa del Mondo di gigante 2021.

Ragazze e ragazzi che vogliono vincere, grandi talenti con il culto del lavoro, della fatica e del sacrificio, ingredienti fondamentali per chi vuole scrivere pagine importanti. 

Il futuro dello sport si tinge d'azzurro.

LEGGI ANCHE :

Il momento d'oro del tennis azzurro, mai prima d'ora 9 italiani nella top 100 Atp

Marta Bassino, chi è la sciatrice che ha conquistato l'oro nel parallelo di Cortina 2021

Berrettini, Atp e il club degli italiani nella top 10 del tennis