Giornata segnata dal forte vento e dal caldo al Miami Open. Quasi tutti gli altri match sono hanno avuto un andamento a dir poco altalenante. Ha fatto eccezione solamente la stesa patita da Liudmila Samsonova per mano di Maria Sakkari: un 6-0 6-1 senza appello. Agli ottavi di finale la greca troverà Jessica Pegula, che si è rivelata ancora una volta una vera bestia nera per Karolina Pliskova. La ceca, sesta testa di serie del torneo, non è riuscita a sfatare il tabù ed è andata incontro alla terza sconfitta in stagione contro la tennista statunitense. La partita di oggi però probabilmente è ancora più dolorosa delle asfaltate subite a Doha e Dubai. Dopo l’ennesima partenza da incubo, che l’aveva vista sprofondare sotto 6-1 4-1, Pliskova era riuscita a riprendersi, vincendo cinque giochi consecutivi e salendo avanti di un break nel terzo set. Dal 4-2 in poi però, la ceca si è nuovamente (e inspiegabilmente) addormentata finendo col perdere i successivi quattro game e con essi la partita.
Il match di giornata è però senz’altro stato quello tra Garbine Muguruza e la wild card russa Anna Kalinskaya. La spagnola ha dovuto sudare per tre set e quasi tre ore per avere la meglio sulla propria avversaria, autrice di una performance davvero ottima. Sin da inizio partita Kalinskaya ha imposto un ritmo altissimo e non ha rallentato neanche dopo il medical time out richiesto sul 3-2. La pressione ha fruttato un break nel settimo gioco, che la russa è riuscita a difendere fino alla fine del parziale. Nel secondo, Muguruza ha registrato il dritto e ripreso il controllo delle operazioni, scappando sul 4-1 e chiudendo poi il set 6-3. Prima dell’inizio del set decisivo il gioco viene interrotto per effetto della heat rule e, al rientro in campo, è sorprendentemente Kalinskaya a partire meglio. La russa ha lasciato andare benissimo il braccio sia di dritto che di rovescio, salendo 3-0. Muguruza però è stata bravissima a rifarsi subito sotto e a salvare due palle break, prima di impattare sul 3-3. La maggiore esperienza della spagnola è stata cruciale nel break che l’ha portata a servire per il match sul 5-4. Le emozioni non sono però finite qui perché Kalinskaya ha annullato ben tre match point spingendo a tutta con il dritto, senza paura, e si è procurata addirittura una palla del contro-break. Muguruza ha mantenuto il sangue freddo ed è infine riuscita a vincere alla quarta palla match.
Nella stessa zona di tabellone di Muguruza (che attende la vincente di Andreescu-Anisimova) c’è anche un’altra spagnola, il cui approdo agli ottavi è decisamente più sorprendente. Si tratta di Sara Sorribes Tormo, che sta confermando uno stato di forma straordinario: campionessa a Guadalajara, semifinalista a Monterrey e ora altre tre vittorie qui a Miami, tutte in tre set e sempre giocando ben più di due ore (fanno undici vittorie nelle ultime dodici partite). L’ultima è arrivata contro Elena Rybakina, che ha pagato una scarsissima resa sia al servizio con la seconda che contro la seconda avversaria.
Vittoria con alti e bassi anche per Elise Mertens contro Anett Kontaveit. La belga ha giocato il primo set con la consueta intelligenza, gestendo gli scambi e chiudendo 6-2. Nel secondo però ha smarrito completamente il servizio – forse anche destabilizzata dalle alte temperature odierne – e si è lasciata impallinare dai vincenti dell’avversaria, che ha sfornato un bagel in poco più di mezzora. Provvidenziale per Mertens è stata la sospensione del gioco a causa della heat rule. La temperatura si aggirava attorno ai 30 gradi o poco meno, ma a far fermare le giocatrici è stata la voce relativa all’incidenza dei raggi ultravioletti, in quel momento valutata con un 10/10, quindi al massimo della pericolosità. La pausa ha giovato a Mertens che ha potuto resettare la mente dopo il brutto set perso e riprendere da dove aveva lasciato nel primo parziale. Un altro 6-2 le è valso l’accesso agli ottavi di finale, dove incrocerà Naomi Osaka, che ha beneficiato del ritiro pre partita di Nina Stojanovic, fermata da un problema alla coscia.