Elementari di Revere, salta il tracciamento. E per i compagni di classe la prenotazione del tampone è un’odissea
BORGO MANTOVANO (REVERE). Il tracciamento è saltato, l’avviso di quarantena preventiva per aver avuto contatti con un positivo al Covid-19 arriva con 11 giorni di ritardo. È successo a Revere, una classe delle elementari ha ricevuto la comunicazione di essere in quarantena a partire da martedì 2 di marzo, solo venerdì scorso.
I genitori hanno poi dovuto affrontare difficoltà nella prenotazione dei tamponi per consentire ai bimbi di uscire dall’isolamento cautelare. L’episodio non appare singolare: sono arrivate altre segnalazioni di persone messe in quarantena a distanza di 10 giorni dal contatto. Un gap temporale così ampio per far scattare l’isolamento può avere conseguenze devastanti, in termini di propagazione del contagio.
Veniamo alle vicissitudini della classe di Revere. Venerdì 12 la scuola riceve la comunicazione dall’Agenzia di tutela della salute, Ats, che una classe delle elementari è in quarantena dal 2 di marzo, per un caso di positività accertato all’interno di quella realtà. Se da una parte è vero che lunedì 8 era scattata la didattica a distanza, a seguito dell’irrigidimento delle restrizioni, è anche vero che dal 2 al 5 i bimbi hanno continuato ad andare a scuola e a uscire liberamente. Nell’avviso Ats comunicava anche che il termine della quarantena per i bimbi era il lunedì successivo, il 15, subordinato all’esito negativo di un tampone. «Il tampone in questione sarebbe stato prenotato da Ats stessa, o almeno così si diceva nel primo avviso – racconta un genitore – ma il giorno successivo riceviamo, sempre attraverso la scuola, una nuova comunicazione in cui Ats avverte di non essere in grado di gestire le prenotazione “per sovraccarico dei punti tampone” e di rivolgersi direttamente al medico di base o pediatra di libera scelta per effettuare il tampone molecolare o l’antigenico. Peccato che quel giorno fosse sabato». In quei giorni anche una classe di Ostiglia terminava la quarantena e il punto in cui vengono effettuati i tamponi era saturo. «Il lunedì abbiamo contattato il pediatra – spiegano i genitori – che è rimasto sorpreso quando ha visto il documento di Ats in cui si certificava che i bambini potevano rientrare in comunità anche con il tampone antigenico, quello rapido. Al medico non era mai arrivata tale indicazione dal dipartimento di competenza ed era convinto servisse il tampone molecolare».
I pediatri verificano la questione e in giornata effettuano i tamponi antigenici. «Trovo assurdo e incredibile che i dipartimenti non si parlino – continua il genitore – senza contare che l’avviso di quarantena è arrivato quando la quarantena era praticamente finita. Come pensiamo di arginare il dilagare dei contagi in questo modo?».